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Serie A, i club chiedono agli arbitri meno "rigorini" e l'Udinese ne sa qualcosa

di Alessandro Di Lenarda

Gli impegni delle Nazionali in vista dei Mondiali 2026 hanno messo ancora una volta in pausa il campionato di Serie A, costringendo ogni squadra a un bilancio della prima parte di stagione. Al termine dell'undicesimo turno di campionato si è tenuto a Roma l'incontro con gli arbitri promosso dalla FIGC e in collaborazione con l'AIA. All'Hotel Parco dei Principi, oltre alla delegazione bianconera composta dal direttore generale Collavino e dal group techcnical director Nani, ha presenziato anche il Presidente della FIGC Gabriele Gravina, sottolineando la necessità di limitare le proteste per le decisioni arbitrali. Queste, nell'ultimo periodo, si sono concentrate sul discreto numero di dubbi calci di rigore concessi.

Ne sa qualcosa l'Udinese, che di "rigorini" se n'è visti fischiare contro ben tre nelle ultime tre uscite. Tra Allianz Stadium e Olimpico sono infatti tre i penalty concessi agli avversari e poi trasformati dagli stessi: numeri che non possono che alimentare la polemica all'interno dell'ambiente bianconero. Quello contro i giallorossi è l'esempio più lampante di calcio di rigore all'epoca del VAR. Nessuno in campo, nemmeno i giocatori della Roma, si erano accorti del leggerissimo tocco con il braccio da parte di Kamara e sul prato di gioco la gara stava per continuare il suo corso senza particolari patemi. L'on field review ha poi permesso a Pellegrini di posizionare il pallone sul dischetto e cambiare per sempre l'esito di un match fino a quel momento giocato alla pari. È per episodi come questo che nella capitale club e arbitri si sono riuniti per discutere a proposito del protocollo VAR.


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