Scuffet: dalla chance all'Atletico all'essere dimenticato
Oblak, chi era costui? Carneade di Manzoniana memoria, il portiere sloveno dell'Atletico Madrid si è preso la scena, martedì sera, rintuzzando gli attacchi del Real Madrid. Non è troppo fortunato, perché in Colchoneros è la riserva di Miguel Angel Moya, ritenuto più pronto dal Cholo Simeone. Questo nonostante un corposo assegno da 16 milioni di euro staccato quest'estate al Benfica: non si può dire stia facendo male, perché nelle sette presenze stagionali è riuscito a mantenere la porta inviolata per ben cinque volte, guadagnandosi la palma di migliore in campo solamente contro il Real. Tante parate e una sicurezza che sembrava quella elargita da Courtois nella scorsa stagione. Di più, Oblak avrebbe dovuto essere il titolare, scortato però da un italiano: quel Simone Scuffet che nella scorsa stagione regalò segnali da nuovo Buffon - l'ennesimo - ma che in quest'annata è la riserva di Karnezis all'Udinese. Beninteso, il portiere greco sta facendo miracoli, e in parecchie circostanze ha portato punti alla squadra friulana.
Quello che però non è comprensibile è la politica dell'Udinese sulla gestione del proprio numero uno. Classe 1996, 19 anni da compiere il prossimo 31 maggio, Scuffet ha rifiutato il passaggio proprio all'Atletico Madrid, per rimanere più vicino alla sua famiglia. "Un po' troppo presto per andarsene", ha poi confermato lui stesso. Che è passato dall'essere, mal che andasse, il secondo della squadra vicecampione d'Europa a riserva nel suo Friuli. Si vociferava fosse già praticamente stato acquistato dalla Roma - avrebbe un senso, con l'addio di De Sanctis - ma è sceso in campo, finora, solamente in Coppa Italia. Ipnotizzando Mertens dagli undici metri, è vero, ma non è certo abbastanza per un ragazzino che, neanche 18enne, ha rischiato i Mondiali in Brasile. È arrivato un infortunio, a inizio settembre, che lo ha di fatto scalzato dal ruolo di titolare: e, per ora, i riflettori si sono spenti.