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Sconcerti: "Alla gente frega poco del calcio, ha problemi diversi, legati al lavoro e ai soldi. Se pensiamo al campionato siamo imbecilli"

di Stefano Pontoni

Mario Sconcerti, firma storica del giornalismo sportivo, è tornato sull'operato del presidente federale Gravina: "In questo momento ha responsabilità serie, e lavora per evitare decine di cause civili che potrebbero mettere in ginocchio la Federcalcio. Qualunque decisione prenda, ci saranno conseguenze legali e richieste di danni. Non si può lasciare la gestione di una grande azienda come il calcio in mano agli avvocati, devi prendere decisioni per fare meno danni possibili. Davanti ha una strada molto chiara, è il virus che dice cosa fare. Ci sono stati modelli matematici a fine marzo, da parte di eccellenze italiane, che prevedevano una situazione più rapida, si pensava che il 14 o 15 aprile Piemonte e Veneto fossero a contagi zero. Oggi siamo ancora alle centinaia di casi, invece. Il Trentino doveva avere zero contagi al 7 aprile, ieri ne aveva ancora ottanta. Non si è calcolato lo strascico molto lungo del virus, si dice che resti addosso fino anche a 37 giorni. Per quello che so io i modelli matematici rispondono a logiche ferree. Quando hai sbalzi di questo genere, programmare diventa difficile. Non puoi fare altro che aspettare la fine, e poi dico che siamo noi a fare grande cassa di risonanza: alla gente frega poco, ha problemi diversi, legati al lavoro e ai soldi. Siamo ancora largamente in un'economia di guerra e quello che mi fa imbestialire è sentire che serve il calcio per distrarci... Vuol dire che siamo un popolo di imbecilli. 


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