Samir: "Sto bene, c'è entusiasmo e voglia di ripartire"
Samir ha parlato ai microfoni del Gazzettino, ecco le sue parole riportate dal sito ufficiale dell'Udinese.
«Stavo già bene a febbraio poi c’è stata la pandemia, il forzato riposo, quindi a maggio sono ripartito praticamente da zero come del resto i miei compagni di squadra, perché tre mesi di stop sono troppi. Ora sto bene».
Da quando non gioca?
«Dal 1° dicembre, gara contro la Lazio. Il ginocchio sinistro mi preoccupava, era sempre gonfio, quel giorno accusai anche un malanno al flessore destro perché sovraccaricavo l’altra gamba; per questo motivo non disputai la gara infrasettimanale di Coppa Italia con il Bologna pur lavorando a parte e in maniera differenziata al “Bruseschi”. L’infortunio muscolare mi avrebbe costretto a saltare quattro, cinque gare di campionato. Per questo motivo decisi di approfittarne e di farmi operare al ginocchio. Perché non prima come mi era stato consigliato dai sanitari? Perché speravo che la terapia fisica bastasse per rimettermi in sesto. Ho sbagliato, ho perso tempo, ma quel che conta è che ora sto bene, pronto a garantire alla squadra il mio apporto ottimale».
Lei aveva già dovuto mettersi nelle mani del chirurgo per un malanno all’altro ginocchio...
«Sì, nel 2017. Poi una volta operato la ripresa è stata buona, sono tornato in condizioni ottimali, il rendimento è salito gara dopo gara, spero quindi di ripetere quella positiva esperienza, di non avere contrattempi. Anzi mi sento proprio di escluderlo, in allenamento faccio tutto, il ginocchio tiene che è un piacere».
Nell’Udinese ha agito da quarto difensore di sinistra e da centrale sempre a sinistra nella retroguardia a tre; qual è il compito che preferisce eseguire?
«Ha detto bene, nell’Udinese ho ricoperto entrambi i ruoli; per Iachini, il mio primo allenatore all’Udinese, ero un centrale. Delneri, che lo ha sostituito poche settimane dopo, mi ha sempre utilizzato da terzino. Poi sono tornato a interpretare la difesa a tre con l’avvento di Oddo. Con Tudor agivo più largo; pure con Velazquez venivo utilizzato da terzino, ho fatto anche l’esterno; poi con il Tudor bis e con Gotti sono stato impiegato in posizione centrale. A questo punto dico che va bene tutto, conta solo farsi trovare pronto, io sto agli ordini, come sempre».
Tra dieci giorni tornerete in campo per sostenere dodici gare ricche di incognite; ma quali sono le certezze, ammesso che ce ne siano, su cui fate affidamento?
«La voglia. La determinazione di farcela ad ogni costo. Dopo aver vissuto una situazione particolarmente difficile generata dal virus. Il gruppo è solido, compatto. C’è anche entusiasmo, voglia di ripartire, anche se siamo consapevoli che le incognite saranno numerose. Stiamo facendo il nostro dovere, l’impegno quotidiano è quello ottimale anche se quando ripartiremo ci mancherà il ritmo che ti dà solo la gara vera. Non disputiamo nemmeno le amichevoli, come le altre del resto, ma starà a noi, dopo un’intensa preparazione rimetterci subito in moto, trovare al più presto le cadenze giuste».
La società vi ha messo a disposizione anche uno psicologo...
«Serviva. Soprattutto in questa fase in cui a livello mentale siamo ancora provati dalla pandemia. La sua presenza - è con noi anche sul campo di allenamento - è più che preziosa. Qualcuno di noi è stato testimone dei disagi, delle tragedie provocate dal Coronavirus. Io per esempio. Mi trovavo in Brasile è ho vissuto il dramma di un mio fraterno amico cui è morto il padre nel giro di poco tempo. Non è facile ripartire daccapo, avere la mente libera, sei inevitabilmente condizionato».
Un aiuto viene anche dalla proprietà, da Gianpaolo Pozzo che è presente quotidianamente ai vostri allenamenti.
«Il presidente ci è sempre stato vicino, specie nei momenti difficili e delicati. Ci segue da bordo campo, ci sprona con il suo sguardo. Ci dà una carica speciale, non possiamo deluderlo».
Vi ha parlato?
«No, ma la sua presenza ha la stessa importanza delle parole. A parte il fatto che ogni anno poco prima di iniziare il campionato viene da noi per manifestarci la sua fiducia. Lo farà anche in questa circostanza».