.

Quello che conta alla fine sono sempre i soldi

di Stefano Pontoni

Gli anni del calcio romantico, delle bandiere legate tutta la vita alla stessa maglia, dei presidenti innamorati e pronti a far tutto per i colori di una squadra sono finiti. Il calcio oggi è cambiato, ciò che conta sono solo i soldi, i bilanci e chi fattura di più. Neanche le coppe, i trofei ed i titoli contano più di un buon saldo in attivo a fine stagione. Un mondo del pallone alla deriva fatto di mercenari e speculatori che toglie perfino i sogni ai propri tifosi. Il tifoso ormai è solo un cliente a cui vendere un prodotto, nulla di più, nessun altro legame, se non quello economico. Alla piazza ed alla curva è stato tolto il potere di dare un'opinione, chi conta ormai sono gli sponsor ed i procuratori che girano i giocatori come marionette alla ricerca di un contratto da sfruttare. A Udine i tifosi lo stanno provando sulla loro pelle in questi giorni, quando persino una società florida e con le casse piene come l'Udinese, senza alcun bisogno di vendere per quadrare i conti, arriva solo a pensare di poter cedere un suo giovane talento, per di più originario della sua stessa terra e cresciuto piano piano nel suo settore giovanile. Strozzare il sogno di vedere un proprio "fratello" vestire la maglia della sua terra e diventarci grande ed importante, magari vincendo qualcosa. Allora non ci si lamenti di vedere gli stadi vuoti la domenica, dei tifosi disaffezionati e dei fischi dalle tribune perchè il calcio italiano ha dato troppe coltellate alle spalle dei suoi sostenitori. Il tifoso non è una merce, non è in vendita, è passione, è domeniche invernali passate a sostnere i propri giocatori tra pioggia e vento, è vestire con orgoglio al campetto la maglia del proprio idolo, è passare i giorni dell'estate in attesa dell'arrivo di un nuovo campione, è sventolare con forza la propria sciarpa al vento, è cantare i cori, piangere per le sconfitte, festeggiare con gli amici le vittorie...e invece in Italia che si fa? Si perdono i talenti, non si investe più sui tanti giovani italiani che sognano la A per comprare miriadi di stranieri, si rubano le partite, c'è chi si vende alla malavita e dopo un pò torna regolarmente in campo e chi nasconde milioni e milioni per frodarli al sistema. Tanto vale che poi ci si lamenti di risultati impietosi della Nazionale, alla fine non sono altro che frutti della cattiva semina fatta. Il calcio italiano va cambiato radicalmente alla base sennò è meglio lasciar perdere tutto perchè arrivare a tradire la fiducia di tanta persone è un passo troppo sporco da compiere. 


Altre notizie