Pussetto: "A Udine sono felice, domenica mi sono emozionato con l'applauso del Friuli alla mia uscita. Continuando così mi guadagnerò la Nazionale"
Man of the match nella gara di domenica contro il Bologna, Pussetto ha rilasciato un interessante intervista alla Gazzetta dello Sport. Ecco alcune delle sue parole:
Sulle sua infanzia e le sue caratteristiche: "Da piccolo giocavo insieme ai ragazzi più grandi. Nei contrasti mi facevano volare via. Così cercavo di scattare forte e di evitarli. Correre? È una mia caratteristica, ma si può allenare. Io controllo sempre con l’esterno del piede, così non devo abbassare troppo la velocità. Chi vince in velocità con la palla al piede tra me e Cristiano? Lui di sicuro, non scherziamo. Però io sto migliorando e un giorno giocherò la Champions".
Sullo sport che avrebbe potuto fare al posto del calcio: "Giocavo bene anche a tennis, dicevano che avessi un rovescio bello come quello di Nalbandian. Ma ho scelto il calcio. In Argentina ho giocato nell’Atletico Rafaela e nell’Huracan. Ho fatto di tutto: ala destra, esterno nel 4-4-2, seconda punta. Ho imparato ad attaccare ma anche a dare una mano in copertura. All’inizio ero frenetico, sbagliavo le scelte, ora riesco a fare la cosa giusta in velocità, ma ho ancora molti margini di miglioramento".
Sulla sua esperienza a Udine e sulla gara di domenica: "A Udine sto benissimo perché non è piccola né grande, è vicina a mare e montagna. Ho il passaporto italiano perché i miei bisnonni erano di un paese vicino ad Asti. Qui sono felice. Il gol al Bologna e l’applauso del Friuli quando sono stato sostituito mi hanno emozionato. La salvezza? Non lo so e non ci penso. Nicola ci ha detto che dobbiamo gestire meglio la palla e ha ragione: nel primo tempo con il Bologna non l’abbiamo fatto".
Sul suo desiderio di conquistare la Nazionale: "In Nazionale prima o poi ci arrivo, me lo sento: devo solo continuare così. Mi hanno detto che Mancini mi ha seguito, ma non ho parlato con nessuno. Devo essere onesto: se mi chiamano entrambe le nazionali, scelgo l’Argentina perché quella è la mia patria. Se invece mi chiamasse solo l’Italia... vedremo cosa succederà".