Pizzul - E il Guido fa scudo alla squadra
Fonte: Bruno Pizzul per "Messaggero Veneto"
Partita persa? Giusto rivisitarla tentando di capire i motivi, ma senza avvilirsi e scatenare una perdurante marea di chiacchiere più o meno produttive. Guidolin ha provato a tagliare corto assumendosi ogni responsabilità, non sarebbe stato abbastanza addosso alla squadra, avrebbe sottovalutato l’impatto emotivo patito dai suoi nel doversi esibire in uno stadio impressionante e contro la capolista. Lo ha fatto per attrarre su di sé le critiche e tenere al riparo la squadra, senza risultare troppo convincente. Semmai si sarebbe potuto discutere sui segnali non incoraggianti dati dal fatto che, assente Di Natale, non è stato schierato
un trequartista alle spalle di Muriel, tale non potendo esser considerato Pereyra che si esprime meglio sulla fascia o come mezzala. Chiacchiere anche queste, è bene sottolinearlo.
I fatti dicono invece che l’Udinese ha perso fin qui cinque partite, due con la Juve e poi con Napoli, Lazio e Fiorentina(vendicata al ritorno). Tutte squadre che la precedono in classifica e occupano le posizioni più rilevanti. Segno evidente che alla squadra mancauna certa qualità, al cospetto di avversarie più forti e affidabili mostra qualche lacuna, dovuta magari alla giovane età,
anche se non mancano gli elementi esperti. Resta comunque la sensazione che, contro la Juve, sia emersa in modo fin troppo evidente una scarsa reattività, con friulani timidi e impacciati, sistematicamente superati sul piano della corsa, della grinta, della
determinazione.
Punto e a capo. Che vuol dire Siena. Ecco sbagliare una partita del genere sarebbe davvero grave, occorre ripartire subito, senza porre orecchio ai tanti problemi che angustiano squadra e società senesi. Chissà che l’Udinese non sia rimasta sorpresa nel ritrovarsi di fronte una Juve ben diversa dalla squadra rattoppata e fuori condizione dipinta alla vigilia. Sarà bene evitare ogni sottovalutazione anche contro l’ultima della classifica.
Intanto siamo arrivati al rinnovo (?) della cariche in federazione e Lega di A. Tutto come prima, Abete e Beretta (dimissionario da una vita) sempre ai vertici, clima da tutti contro tutti, atteggiamenti e dichiarazioni di sconfortante maleducazione. Ma non si continua a dire che il calcio italiano ha bisogno di essere riformato e rinnovato perchè continua a perdere competitività e credibilità? Occorre armarsi di una buona corazza d’ottimismo se si pensa di raggiungere l’obiettivo con gli stessi uomini di sempre nei posti che contano. Ci si consola pensando che il pianeta calcio, Eupalla lo chiamava Brera, ha dentro di sé gli anticorpi per sopravvivere.