Pepe:"Manca un gruppo di italiani a cui aggiungere qualità, ma sono convinto che l'Udinese non rischi la retrocessione"
Lunga intervista della Gazzetta dello Sport a Simone Pepe, in cui ha parlato ovviamente tanto anche del suo trascorso con l'Udinese.
Juve e Udinese forse sono in crisi. "La Juve no di certo, l’Udinese ni. Conosco l’ambiente bianconero: non si abbatte e non si esalta, semplicemente lavora sodo e solo alla fine festeggia. Non hanno la pancia piena perché là vincere è il pasto normale, il contrario è anormalità. L'Udinese, invece, ha cambiato tanto e ci vuole tempo per amalgamare gli ingredienti: come nel caso del Milan, la partenza non può essere facile".
Allegri e Delneri: "Il secondo l’ho avuto di più, ma sono affezionato a entrambi: li accomuna il sorriso, la positività e il bel rapporto con i giocatori. Un clima disteso che aiuta tutti a fare bene. Delneri, forse, è più 'maniaco' del suo sistema di gioco, ma ciò deriva dal fatto che ha giocatori meno forti: Allegri può permettersi di dare più libertà. Il campione agevola sempre il lavoro, chi ha più giovani da plasmare deve mettere naturalmente più paletti".
I passaggi più importanti con le due maglie bianconere: "Partiamo dall’Udinese: il primo anno Marino mi dice che sono il settimo attaccante, ma decido di restare a tutti i costi e alla fine il mio lavoro viene ripagato. Secondo l’arrivo ai quarti nell’Europa League 2009: che rimpianti con il Werder Brema! Terzo, la prima convocazione in nazionale. Capitolo Juve: l’inizio con Delneri, l’impatto difficile, ma decisivo perché ho capito il senso di una maglia unica. Aggiungo il primo scudetto con l’arrivo di Conte, un elettroshock per il gruppo, e chiudo col ritorno al calcio giocato con Allegri dopo l’infortunio. Quasi un ritorno alla vita".
Si dice che all'Udinese manchi uno zoccolo duro: "Forse sì, un gruppo di italiani attorno a cui aggiungere qualità. Ai miei tempi, oltre a me, c’erano Mesto, Quagliarella, Ferronetti, Floro Flores, Dossena e uno straniero 'italianizzato' come Handanovic. Oggi gli stranieri sono molti di più, ma per Delneri è solo questione di tempo: sono convinto che l’Udinese non rischierà la retrocessione".