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Okaka: "Voglio diventare un simbolo, giocare in questa città è un onore. Per uscire da questa situazione servono personalità, umiltà e cuore"

di Jessy Specogna

Stefano Okaka ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport. Queste alcune delle sue dichiarazioni:

"Watford? Lì si era chiuso un ciclo. In Inghilterra ho dato. Non guardo neppure le partite del Watford (36 partite 5 gol in Premier) anche se è rimasta una vera amicizia con Pereyra. Non ci tornerò. Sì, Londra è bella, ma un conto è visitarla, un conto viverci, a un’ora di distanza. Ora sono tornato nel posto migliore in cui potessi venire. Le strutture dell’Udinese se le sognano in tanti. Gino Pozzo mi ha dato fiducia. Per fortuna non avevo disdetto la casa che avevo preso in affitto da gennaio".

"Cosa mi piace di Udine? Il modo in cui mi hanno accolto, e le strutture. Mi hanno dato amore, penso di aver ripagato (6 gol in 5 mesi) e ora sono ancora in tempo per chiudere la carriera alla grande. Voglio diventare un simbolo. Giocare in questa città e in questo club è un onore".

 "Siamo a 7 punti, non male. Col Parma non dovevamo perdere, a Firenze neppure. Proviamo ad arrivare nella parte sinistra della classifica. Abbiamo ottime individualità, ma non si gioca a tennis, si gioca a calcio. Serve più personalità. E soprattutto umiltà e cuore. Nello scorso torneo siamo usciti da una situazione difficile col collettivo"

"Pochi gol? Ci stiamo lavorando. L’importante è uscire dal campo consapevoli di aver dato tutto. De Paul ha un talento straordinario e gli piace lottare. E l’altro argentino, il portiere Musso è straordinario e ha voglia di imparare. Ci ha dato tanto finora, un pilastro".


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