Nazionale: Okaka stende l'Albania, a Marassi finisce 1-0 per l'Italia
C’è un modo migliore di riassaporare l’azzurro? Entri a metà ripresa, segni il gol decisivo e lo fai nello stadio di casa. Chiedetelo al sampdoriano Stefano Okaka, rapido a insaccare di testa insacca il pallone che dà all’Italia l’1-0 sull’Albania. Poche luci per la Nazionale, nell’amichevole benefica contro la selezione allenata da De Biasi (e meritatamente in corsa per qualificarsi a Euro 2016). Ma almeno arriva una vittoria che aiuta il morale e il ranking.
Si comincia con l’espressione un po’ così che abbiamo noi mentre guardiamo Genova, per citare un Conte famoso almeno quanto Antonio… il motivo è che il Ferraris è colorato di rosso in nettissima prevalenza, sembra di giocare a Tirana. Ma gli albanesi della Liguria, con striscioni e cori di vicinanza agli italiani, danno una dimostrazione di civiltà incoraggiante, impreziosita dagli applausi ritmati al nostro inno. Bravi. Ci voleva, dopo la Croazia. Peccato rovinino un po’ tutto nella ripresa, con tre invasioni di campo isolate e qualche petardo di troppo.
Poi gli occhi si fissano sul c.t. azzurro, osservato speciale dopo lo sfogo di questa mattina contro “chi non ama faticare e collabora poco”. Conte vive la gara come una furia: insoddisfatto di ciò che vede, applaude solo una volta, quando Destro fa l’unica cosa notevole del suo primo tempo e impegna Berisha con un tiro da lontano. Per il resto, sbraita contro Bertolacci e Cerci, anche se il beniamino di casa mette due volte i brividi al portiere albanese e altrettanto fa l’attaccante dell’Atletico, che sale come e più di Antonelli quasi sulla linea degli attaccanti: l’Italia difende a quattro e poi, in attacco, ripristina i meccanismi di un 3-5-2 a trazione offensiva.
Ma i risultati sono modesti. De Biasi ha chiuso la sua nazionale in un 4-5-1 non facile da scardinare, soprattutto se la manovra azzurra fluisce così lenta. Conte telecomanda i suoi da bordocampo: vuole che De Silvestri, Moretti o meglio ancora Bonucci (quasi mai Aquilani) diano la palla in verticale a Bertolacci, a Parolo o a uno degli esterni, che a loro volta devono essere rapidi nell’imbeccare Destro e Giovinco. L’operazione, però, non riesce quasi mai e due volte gli albanesi leggono i passaggi per fulminarci con le ripartenze: nella seconda occasione, la punta Cikalleshi scaraventa un destro contro la traversa, con Memushaj che ci riprova, senza trovare la porta, un istante più tardi.
Si va in spogliatoio e si riparte con due sussulti: Giovinco calcia su Berisha e Sirigu rimedia a un mezzo pasticcio, fermando l’insidioso Cikalleshi. Due cross insidiosi di Antonelli e una punizione di Giovinco chiamano Berisha al tuffo, ma è Destro a divorarsi una chance colossale intorno al quarto d’ora, calciando largo in perfetta solitudine. Sul ribaltamento di fronte, Sirigu dice no a Lenjani e si ripete su Memushaj poco dopo.
Comincia il turbine dei cambi, gli ultimi venti minuti vedono gli ingressi di Okaka, Matri, Bonaventura, Perin, Gabbiadini e Acerbi. E Okaka fa capire subito che ha intenzione di sfruttare bene l’occasione: prima impegna Berisha con una giocata spalle alla porta, poi lo batte - con la complicità di Salihi - anticipando la spizzata su palla inattiva, segnando il gol dell’1-0 che pareva ormai inatteso. Non sarà tanto, ma almeno è una gioia per il 2000 bambini delle scuole calcio venuti a sostenere gli azzurri, in una marea rossa.