Cesare Natali è stato al centro della difesa bianconera per anni, diventando eroe della tifoseria friulana grazie alla rete contro lo Sporting Lisbona nel preliminare di Champions League.
Il mercato, quello delle compravendite, è chiuso. Rimane aperta un'altra finestra, ossia quella degli svincolati. Tra i disoccupati di lusso troviamo Cesare Natali, reduce da due stagioni al Bologna. Il difensore, classe 1979, parla ai microfoni dei colleghi di tuttomercatoweb: "Per ora è tutto fermo e non avrei mai pensato di arrivare a questo punto a inizio settembre. La realtà dei fatti è che attualmente non c'è niente di concreto. Prima qualche proposta c'è stata, anche all'estero. Ma ad essere sinceri erano situazioni poco vantaggiose economicamente o logisticamente, ad esempio mi è stato offerto di giocare in Thailandia. Da un mese mi alleno da solo e cerco di farmi trovare pronto, sebbene mi sento in grado di ripartire da subito alla grande".
"Non è una questione di delusione o meno. Uno può avere l'aspettativa o l'ambizione di giocare finché sta bene, finché può fare qualcosa di buono. Dal momento in cui sei svincolato teoricamente sarebbe più facile trovare sistemazione. La realtà dei fatti è che essendo quello di oggi un mercato fatto di scambi è anche più penalizzante non avere una squadra".
"Personalmente soddisfacente nel senso che sono tornato a giocare con continuità. Purtroppo ciò non è coinciso con le fortune sportive della squadra, retrocessa".
"Nei primi anni 2000 la Serie A era senz'altro un campionato più competitivo ma questo è un dato di fatto riconosciuto e a parlare sono anche i risultati dei club. C'è bisogno di un rinnovamento, anche perché oggettivamente c'è stato un peggioramento".
"Non credo molto a questo discorso. Non lo era nemmeno quando ho iniziato io. Anche allora si puntava sugli stranieri, diciamo che allora il livello dei giocatori che venivano da fuori era più alto".
"Non ho mai pensato alla categoria. Già in passato ho fatto da chioccia a giovani emergenti, come a Udine o Firenze. E' una cosa che mi piace e lo avrei potuto fare anche adesso, consigliando e dando una mano ai più giovani nei momenti di difficoltà. Evidentemente se sono a casa questa cosa non è stata presa in considerazione. Ad ogni modo vediamo cosa si muove da qui a qualche tempo, possibilmente non troppo dilatato perché poi sarebbe pesante privarmi di quello che rappresenta per me l'essenza del lavoro, ossia quello di far parte di un gruppo".
"Certamente e mi piacerebbe studiare per rimanere a fare lavoro di campo, magari allenare".