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Luca Marelli: "Era rigore per l'Udinese, il Var doveva intervenire"

di Giorgia De Marchi

Luca Marelli, esperto di Dazn, non ha dubbi. Sono queste le parole riportate in seguito ad un'intervista con Il Messaggero Veneto: "Era rigore per l’Udinese sul tocco di mano di Hien, e il Var doveva intervenire". Il noto opinionista, interpellato per fare chiarezza su alcuni episodi controversi, ha espresso il proprio giudizio sugli episodi arbitrali che hanno fatto discutere nelle recenti partite dell’Udinese, attirando l'attenzione anche del supervisore dell’area tecnica bianconera, Gianluca Nani.

Marelli ha spiegato la mancata chiamata del Var in quell’occasione, riconoscendo un errore umano: "Molto spesso ci dimentichiamo che al Var ci sono esseri umani e in quanto tali sono fallibili. Può capitare che oltre all’arbitro sbagli anche il Var, e in quel caso si crea un problema. Purtroppo non c’è modo di intervenire, bisogna solo registrare un errore che a me ricorda il rigore non dato al Torino per fallo di Ranocchia su Belotti anni fa".

Non è la prima volta che il club friulano manifesta perplessità su decisioni arbitrali. L’Udinese si era già lamentata a Milano per un presunto fallo da rigore su Kabasele e a Venezia per l’espulsione di Touré. Marelli ha fatto chiarezza anche su questi episodi: "A Milano, Pavlovic colpì leggermente Kabasele dopo il tiro, ma in quel caso a fare la differenza è sempre l’intensità del contatto, quindi non era rigore. Invece, il rigore di Bijol su Dybala era corretto, poiché l’attaccante non è obbligato a evitare il contatto. Sono invece d’accordo che il rosso a Touré fosse sbagliato: non andava espulso, perché il pallone non era direzionato verso la porta e c’era un altro difensore vicino".

Antonio Conte, dopo il rigore subito dall’Inter contro il Napoli, aveva chiesto di rivedere ogni episodio dubbio, sollevando dubbi sul protocollo del Var. Marelli però non condivide questa visione: "Il protocollo è perfetto. Il Var si limita ad accertare che non ci sia un chiaro ed evidente errore dell’arbitro, a cui spetta la valutazione del contatto. Il Var deve solo confermare il contatto. Marelli ha inoltre ricordato che il protocollo è stato progettato per intervenire solo in casi selezionati, «come le espulsioni, i rigori, e i gol e non gol".

Marelli ha spiegato anche perché il Var non possa intervenire su decisioni meno cruciali come un calcio d’angolo: "Ogni controllo al Var, anche il più semplice, implica almeno un paio di minuti. In sala Var vanno utilizzate tutte le 32 telecamere disponibili. Se rivedessimo ogni corner, perderemmo troppo tempo. Siamo pronti a questo"?

Infine, Marelli ha affrontato una questione spesso dibattuta: la personalità degli arbitri nell’era del Var. Secondo lui, la tecnologia non riduce l’autonomia degli arbitri, ma aggiunge una nuova complessità: "No, anzi. Solo che il calcio è sempre più tecnologico e rispetto a vent’anni fa le riprese sono più definite. Oggi anche Collina e Rosetti farebbero fatica ad arbitrare".

L’analisi di Marelli evidenzia come l’uso del Var, pur essendo uno strumento utile, non sia esente da limiti e che l’errore umano continui a essere un elemento inevitabile del calcio.