.

Lotta al terzo posto, una poltrona per troppi

di Stefano Pontoni

 

Il pareggio fra Lazio ed Hellas Verona consegna una verità ineluttabile al campionato. Il terzo posto è all'asta, perché è vero che Roma e Juventus giocano un campionato a parte - e fin qui, nelle previsioni alla viglia, non c'è niente di nuovo - ma che che dietro le loro spalle si gioca al ribasso. Partite livellate sempre più verso lo zero, sebbene in palio ci siano sì tre punti, ma non certo una salvezza matematica. L'essere sparagnini fino allo stremo, l'incapacità di condurre in porto un risultato importante, tutti fattori che si riflettono sulla nostra Serie A. Ieri è toccato alla Lazio, che aveva la possibilità di rilanciarsi in zona Europa con tre punti d'oro. Non ci è riuscita, ma pure Udinese e Sampdoria hanno steccato contro Fiorentina e Inter, mentre il Napoli, pareggio a Bergamo, rischia di allontanarsi da quella terza piazza tanto voluta ma poi non difesa con un preliminare da V come Vendetta.
In ogni caso il problema è che l'ottava giornata, così come la nona, non può che essere un banco di prova attendibile per le società con ambizione da Champions. Le prime due sembrano già pronte a contendersi lo scudetto, senza troppe intrusioni. Invece Inter, Milan, Fiorentina, Napoli e, almeno per motivi di graduatoria, Udinese e Sampdoria sono pronte a dare spettacolo. Gli uomini di Pioli si sono un po' fermati dopo essere andati in vantaggio, in un turno infrasettimanale che si poteva considerare come quello decisivo, o quasi, per le proprie ambizioni. Ci sono ancora, il terzo posto dista solo tre punti. Ma non è facendo come contro il Verona, con un pareggino in provincia, che si possa cantare vittoria. La Lazio dovrà fare molto di più per ritornare quella società capace di giocare un buon calcio.


Altre notizie