L'Udinese è la vittima preferita di El Shaarawy
Chissà se in questi giorni i senatori bianconeri, da Danilo a Domizzi, da Pinzi a Di Natale avranno raccontato al portiere Karnezis che domenica dovrà difendersi da un incubo chiamato Faraone. L’Udinese, infatti, è una delle vittime preferite di Stephan El Shaarawy, l’attaccante del Milan che domenica scorsa si è mangiato una colossale occasione con l’Inter. Dicono che il ragazzo non sia riuscito a prendere sonno la notte successiva, che dopo aver cenato in un locale milanese, abbia voluto fare rientro a casa a piedi per cercare di metabolizzare la delusione e che già il giorno dopo qualcuno, per tirarlo su di morale, gli abbia detto: «Tranquillo, Stephan, domenica c’è l’Udinese». Prima volta. El Shaarawy ha ricevuto il battesimo del gol proprio contro la formazione friulana. Era il 23 settembre del 2011 e il giovane talento rossonero con un diagonale destro passato sotto la suola della scarpa di Danilo trovo l’angolino opposto lasciando di stucco uno sorpreso Handanovic. Fu il gol del definitivo 1-1 dopo che per un tempo abbondante l’Udinese aveva cullato il sogno di sbancare San Siro grazie ala solita rete di Totò Di Natale lesto a sfruttare un pallone non trattenuto da Abbiati. Al Friuli. El Shaarawy ha segnato 19 gol in 74 partite di serie A. I primi due li fece entrambi ad Handanovic nella stagione 2011-2012. Dopo la rete di San Siro il Faraone concesse il bis al Friuli e fu una rete pesantissima che certificò la vittoria da parte del Milan di una gara dominata fino a un quarto d’ora dalla fine da Di Natale e compagni. Totò sbloccò il risultato nel primo tempo, poi nella ripresa un errore di Handanovic su un tiro di El Shaarawy, fu sfruttato da Maxi Lopez. L’Udinese, che in quella gara perse Isla (serio infortunio al ginocchio) lasciò per strada anche i tre punti per la rete del talento rossonero, una girata potente e precisa da sottomisura. Assist e rigore. Anche quando non è riuscito a segnare, El Shaarawy ha saputo essere decisivo nelle sfide con l’Udinese. L’esempio più lampante è quello del 4 febbraio 2013, la sera dell’esordio di Balotelli con la maglia del Diavolo. L’attaccante fece centro prima grazie a un assist di El Shaarawy, poi a tempo scaduto trasfortmò il rigore del definitivo 2-1. Il fallo fischiato dall’arbitro Valeri non c’era, Heurtaux prese il pallone. Ma questa è un’altra storia.