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L'ex Udinese Sottil: "Stupito dall'esonero, la società non deve guardare solo i risultati"

di Jessy Specogna

In una lunga intervista ai microfoni di Tuttomercatoweb.it, l'ex tecnico dell'Udinese Andrea Sottil è tornato sulla sua esperienza in bianconero da allenatore, togliendosi anche qualche sassolino dalle scarpe.

"Per me è stata una bellissima esperienza, soprattutto due anni fa, perché è stato il primo anno in Serie A, in una grande società dove ho anche giocato. Ho ritrovato il direttore, Pierpaolo Marino, che è stato molto vicino nel mio percorso. Poi la Famiglia Pozzo, la stessa di quando giocavo. Ho un bel ricordo dell'affetto della gente, è stato gratificante e stimolante. E poi abbiamo fatto una grande stagione, soprattutto nella parte iniziale. Poi non è finita come speravamo tutti, probabilmente per i tanti infortuni: abbiamo perso Gerard Deulofeu per mesi e ora non è ancora rientrato. Gli auguro possa farlo molto presto. Nella scorsa stagione la squadra è cambiata tanto. Sono stati ceduti giocatori fondamentali come Udogie, Beto, Becao, Marengo, Arslan. Poi Pereyra è arrivato con ritardo, a campionato già in corso, di Deulofeu ho già parlato. Sono arrivati dei ragazzi giovani che dovevano avere il tempo per capire il nostro campionato, i miei concetti. C'erano problemi con la lingua, con l'alimentazione, di integrazione e di inserimento nel nostro campionato. Il percorso che stavamo facendo era in linea, secondo me: non avevamo mai vinto, è vero, ma negli scontri diretti non avevamo mai perso. Siamo stati battuti da Fiorentina, Juventus e Napoli. Stavo per recuperare Payero, Davis... È arrivato questo esonero, alla fine inaspettato. L'ho accettato ma non l'ho condiviso, i problemi della squadra sono andati avanti tutto il campionato, si va a salvare all'ultima contro il Frosinone rischiando una retrocessione clamorosa. Perdi Deulofeu, vendi Beto il penultimo giorno di mercato, poi Udogie, Becao, Pereyra non lo hai avuto... Per carità, non dico sia stato fatto tutto alla perfezione. Prendevamo pochi gol, Juventus a parte. Davis è molto molto forte, però la società ha investito tanto su Brenner, acquisto prestigioso che ha giocato pochissimo per gli infortuni. La nuova coppia doveva essere Davis-Brenner, mai avuti".

Su Lucca: "Il suo percorso doveva essere all'ombra del titolare, per farlo crescere, difenderlo dal primo anno di Serie A. Lucca farà una grande carriera, ha dei grandi numeri. Per questo insieme di cose, secondo me, bisognava avere un po' di pazienza che peraltro era condivisa dalla proprietà, in particolare con Gino Pozzo. Se vedo l'andamento del campionato... Sono abituato a essere molto severo con me stesso e cerco di migliorarmi. Però ho continuato a vedere quelle lacune che avevo notato anche io. Feci una conferenza stampa dopo Frosinone, terza giornata, e dissi ai giornalisti che l'obiettivo dell'Udinese era salvarsi all'ultima partita. Così è stato. Detto questo devo sempre ringraziare la famiglia Pozzo, sia chiaro. Mi ha dato la possibilità di allenare in Serie A nell'Udinese, è stato molto formativo, ne esco arricchito da questa esperienza".

Ancora sulla sua esperienza all'Udinese: "Fare l'allenatore è difficile, la parola progetto viene menzionata ma poi rispettata poco. Bisogna mettere in condizione di far lavorare le persone, poi si vedono i risultati. Come a Bologna, come all'Atalanta. Alle volte non si ha pazienza e magari ci sono momenti di grande esaltazione, ma anche critiche eccessive. Credo serva difendere un allenatore. Può anche sbagliare ed eventualmente è giusto sostituirlo. Tu fai un dodicesimo posto, cambia totalmente la squadra e vieni esonerato a fine ottobre. Sono soddisfatto di vedere migliorare Beto, Lovric, Bijol, Ebosele. Samardzic è esploso con me. Gli ho fatto fare la mezz'ala a piede contrario. La società non deve guardare solo l'aspetto dei risultati, se i giocatori performano c'è un lavoro di staff fatto bene. Lo stupore dell'esonero è un po' quello".


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