Kosta Runjaic chiede tempo: l'Atalanta fa da esempio
Mister Kosta Runjaic non ha paura dell'Atalanta, anzi.
Il tecnico tedesco prova grande ammirazione per i bergamaschi, che con il tempo hanno saputo costruire ciò che sono oggi. La dea al momento si trova a soli tre punti dalla vetta del campionato di serie A. Campioni in carica dell'Europa League, Gian Piero Gasperini e i suoi uomini sono ancora imbattuti in Champions League e occupano momentaneamente la nona posizione della classifica unica - ad un solo punto dalle squadre in top 8 che vanno direttamente agli ottavi senza passare dagli spareggi.
Ciò che ci tiene a fare notare Runjaic, tuttavia, è che l'Atalanta non ha sempre goduto di questo splendore ma se l'è conquistato negli anni, un tassello dopo l'altro, con il duro lavoro: "Questo club nel 2014-15 era nella bassa classifica, ma già dall'anno successivo giocava in maniera eccezionale, posizionandosi stabilmente ai piani alti. Ha avuto un grande sviluppo. Tutti gli allenatori conoscono l'Atalanta per come gioca: è sinonimo di continuità. Serve tempo per farlo ma possiamo trarne insegnamenti".
Tempo. È questo il concetto che rimarca Runjaic in diversi momenti. Ciò di cui l'Udinese e il suo tecnico hanno bisogno in questo momento è di tempo per costruire la squadra. Dovesse arrivare una sconfitta anche a Bergamo, i bianconeri comunque continuerebbero a navigare nella prima metà di classifica. Ci sarà poi la sosta nazionali in cui i friulani potranno lavorare a novità, provando anche nuovi moduli e cercando nuove soluzioni che potrebbero portare a quella svolta che la squadra di Udine sta cercando.
Un ulteriore lavoro che mister Runjaic sta cercando di fare sui suoi giocatori è a livello mentale. I bianconeri si sono spesso dimostrati poco lucidi in alcune situazioni, che poi hanno portato a rimonte e sconfitte. L'Udinese deve imparare a reagire a questi momenti di buio, imparando anche a risolvere i problemi che possono crearsi in campo anche in maniera autonoma: "Dobbiamo leggere meglio le partite e essere più intelligenti, evitando di fare gli errori commessi con la Juve. Credo che la nostra squadra sia abbastanza intelligente da capire quando non si è giocato bene e in quanto allenatore devo essere anche chiaro nella comunicazione perché non dobbiamo perdere la rotta. Ciò che mi ha disturbato con la Juve è che se qualcosa non funziona dobbiamo reagire con grande intensità e restare in partita. Quando non siamo concentrati e non facciamo le cose al cento per cento si perdono i duelli e le seconde palle. Bisogna resistere e anche adattarci a come si evolverà la partita. Siamo in una fase di crescita so molto bene cosa c’è da fare".