Il primo allenatore di Pafundi all'Udinese: "Aveva una marcia in più, in mezza stagione segnò 78 gol giocando contro gente più grande"
Alberto Pontoni, primo allenatore che Simone Pafundi ha avuto una volta arrivato all'Udinese, ha parlato del talento bianconero classe 2006 in una interessante intervista rilasciata al portale Calcioinpillole.com. Questi alcuni degli aneddoti raccontati:
“Simone aveva numeri su numeri, ogni domenica si inventava qualcosa. Sono rare le partite nella quale lui era svogliato. Simone era sempre quello che inventava, aveva una marcia in più. Era la ciliegina sulla torta della squadra. Faceva la differenza e i compagni credevano tanto in lui, pur essendo sotto età. Lo cercavano sempre perché sapevano che aveva le invenzioni che potevano risolvere le partite”
“Il suo arrivo all'Udinese? Eravamo ad un torneo internazionale qui in Friuli. I miei giocatori erano tutti del 2004. Nella fase a gironi c’era il Monfalcone, la squadra dove ha iniziato a giocare Simone Pafundi prima di venire all’Udinese. In semifinale, giocando contro di loro, vedevo questo ragazzino, che era di due anni sotto età, che era imprendibile anche per i miei giocatori. Ci ha fatto passare le pene dell’inferno nonostante fossimo comunque riusciti a passare in finale. Simone già lì aveva dimostrato il suo valore. È stato segnalato e la società lo fece arrivare l’anno dopo all’Udinese”.
“Al primo anno che l’ho avuto, Simone non poteva giocare il campionato perché non aveva ancora l’età giusta. Era sotto età di un anno, ma noi giocavamo già con la squadra che era un anno sotto le altre, quindi era due anni più piccolo degli avversari. Al compimento degli anni, verso la metà del girone di ritorno, ha cominciato a giocare il campionato. Nonostante non avesse giocato tutte le partite segnò 78 gol“.
“Per me che sono stato un suo allenatore, vederlo esordire in Serie A è stata una soddisfazione enorme. Avevo sentito che quel giorno poteva entrare e sono stato apposta a vedere la TV. Cos’ho pensato? È stata un’emozione grande vedere a che livello è arrivato un giocatore che hai avuto per due anni nella tua squadra. Ho avuto la fortuna di aver allenato questo ragazzo, e oggi lo vedo in TV anche con la Nazionale”.