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Il Presidente della Figc Gravina tuona: "Il calcio finanzia tutto lo sport italiano ma alla Federazione pochi contributi"

di Stefano Pontoni

"Soddisfatto dei contributi? Non molto, se devo dire la verità. Per quello che abbiamo dimostrato, anche alla presentazione dell'ultimo bilancio integrato, il calcio finanzia quasi in toto lo sport italiano. Bisogna dirlo fuori dai denti e dobbiamo affermarlo con molta chiarezza: lo lamento già da tempo, anche quando se ne parlava con Malagò, non è pensabile che il calcio sia passato da 80 a 30 milioni". E' il parere del presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, riferito all'ultima ripartizione dei contributi alle federazioni, decisa dal cda di Sport e Salute venerdì scorso. In base a tale decisione, stabilita in funzione di un algoritmo ponderato su risultati e sport di base (sociale), alla Figc sono stati accordati per il 2020 gli stessi 36 milioni ricevuti lo scorso anno: "Ma il calcio italiano deve stare fuori da certi sistemi - obietta il numero uno di via Allegri a margine del Consiglio federale odierno - e invece Sabelli ha voluto mettere ancora il calcio al loro interno. Non per questo però il calcio deve essere penalizzato, nel principio del rispetto dei ruoli e delle capacità. Io dico che rispetto allo scorso anno abbiamo preso anche meno, perché il progetto 'Sport per tutti' era fuori e invece quest'anno perdo 2 milioni". "Quando si fa parte di un sistema - conclude Gravina riferendosi al mondo delle federazioni sportive - bisogna essere in linea. Apprezzo molto il lavoro che è stato fatto, noi stiamo buoni e tranquilli in attesa che ci sia una riflessione generale su quello che deve essere il posizionamento di chi oggi determina la maggior parte delle risorse dello sport".


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