Il Mago è sparito...l'Udinese lo aspetta
Fonte: MessaggeroVeneto
Il Mago è sparito… E non l’ha fatto dopo una magia: nessun numero ad effetto, neanche uno squillo capace di rinvigorire la fiducia che la società ha dimostrato nei suoi confronti fin da quando l’ha prelevato, la scorsa estate, dal Botafogo.
"Maicosuel e Muriel sono, secondo me, i due attaccanti che possono crescere nell’ombra di Di Natale. Mi piacerebbe rivederli anche in coppia", diceva Gino Pozzo aperta questa finestra di mercato per chiarire che, a differenza di Willians, Maicosuel Reginaldo de Matos sarebbe rimasto in Friuli per giocarsi le sue chances fino al termine della stagione. Sta accadendo così, anche perchè la professionalità del ragazzo è fuori discussione, come il suo progressivo ambientamento in Italia.
Il fatto è, purtroppo, che non riesce a scalare le gerarchie: è “retrocesso” in panchina e da lì non si muove, nonostante la duttilità tattica. Insomma, la domanda pare scontata: riuscirà a trovare un posto al sole, seppure part-time, come alternativa al duo Totò-Muriel?Su e giù. La parabola del brasiliano è stata un’autentica curva del bioritmo.
Partenza incoraggiante in ritiro, gol a Firenze all’esordio in campionato e sul, più bello, in piena scalata, quel maledetto rigore tirato a cucchiaio, l’emblema dell’eliminazione dell’Udinese per mano del Braga. Da lì una vera quarantena, ordinata da Guidolin, con il brasiliano escluso perfino dalla lista Uefa. Finito in corridoio, Maicosuel all’inizio di ottobre ha saputo risalire la corrente.
Prima una prestazione incoraggiante a Napoli, soprendentemente da titolare; poi una rete al Friuli contro il Pescara per mostrare il cuore ai tifosi e chiedere scusa per il “cucchiaio maledetto”. Fragilità. Ma, quando la strada sembrava in discesa, ecco di nuovo il Mago che non riconosci più: lento, impacciato, incapace di fare la cosa giusta al momento giusto. E via di nuovo in panchina, per rivedere il campo a spizzichi e bocconi.
Morale della favola: il numero 77 bianconero è ancora un oggetto non indentificato. O meglio: sta confermando tutti i dubbi già emersi in occasione della sua prima esperienza europea, in Germania, dove con la maglia dell’Hoffenheim naufragò col passare dei mesi. Problemi caratteriali, dicevano i tedeschi che lo restituirono al mittente dopo un anno. Lo spirito che non convince in pieno Guidolin: da uno come lui ci si aspetta una lotta su ogni pallone. Proverà a farlo quando il Guido lo getterà nella mischia?