Iachini: "Le difese devono parlare italiano. Bisognerebbe lavorare nelle giovanili"
Beppe Iachini è stato da poco esonerato dall'Udinese. L'ex tecnico bianconero, sostituito da Gigi Delneri, è stato intervistato dal Corriere dello Sport, che ha focalizzato la propria attenzione sul tema dei difensori italiani, i quali sono sempre meno presenti nelle squadre di Serie A, come accade all'Udinese, ma anche a Napoli e Roma, squadre che si affronteranno sabato e che non hanno italiani nel loro reparto arretrato: "Ci vorrebbe sempre, in ogni squadra, uno zoccolo duro italiano, meglio se in difesa, proprio come capita alla Juventus - ha detto Iachini - Gli stranieri vanno bene, per carità, ma se la comunicazione è rapida, se basta mezza parola per risolvere un problema che si crea d'improvviso in area di rigore, allora è meglio che ci sia una guida italiana, un leader fatto in casa. E perchè questo possa accadere in più di una squadra è necessario lo sviluppo e il miglioramento dei settori giovanili. Gli istruttori devono insegnare le marcature individuali ai ragazzini per poi passare, più tardi, alla tattica collettiva. Bisognerebbe tornare a livello di settore giovanile, al 2 che marca l'11, al 3 che marca il 7, al 5 che marca il 9 e al 4 che marca il 10, come negli anni '70. Allora i ragazzi potrebbero imparare come si marca l'avversario, come va marcato in area, come deve mettersi col corpo. Sa che ancora oggi, in B e perfino in A, trovo difensori che si mettono con i piedi piatti su una palla frontale?"