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I Pozzo verso la cessione del club: era successo già nel 2016 con il Granada

di Stefania Demasi

Si fanno sempre più insistenti le voci che parlano di una possibile cessione dell’Udinese da parte della famiglia Pozzo a un fondo americano. Una trattativa che, se confermata, rappresenterebbe una vera svolta storica per il club friulano.

La famiglia Pozzo è alla guida dell’Udinese dal 1986. In quasi quarant’anni di gestione, il club ha compiuto un’autentica scalata, affermandosi stabilmente in Serie A – dove milita da ben 31 stagioni consecutive – e raggiungendo traguardi impensabili per una realtà tradizionalmente considerata “provinciale”. Tra questi, le storiche partecipazioni alle coppe europee e, su tutte, la qualificazione alla Champions League. Risultati che hanno reso l’Udinese un modello gestionale guardato con ammirazione anche fuori dai confini nazionali.

Non sarebbe la prima volta che i Pozzo decidono di cedere una delle loro società calcistiche. Accadde già nel 2016 con il Granada, club spagnolo acquistato nel 2009 quando militava nella terza serie iberica. In appena due stagioni, il Granada ottenne una doppia promozione fino alla Liga, dove rimase stabilmente fino alla cessione. Allora, la scelta fu strategica: concentrare risorse ed energie sull’Udinese e sul Watford, l’altro club posseduto dalla famiglia. Gino Pozzo spiegò che il Granada meritava di crescere ulteriormente, ma che loro, realisticamente, non avrebbero potuto garantirne lo sviluppo.

Il club andaluso fu venduto al gruppo cinese Desports per 37 milioni di euro.

Oggi il contesto è diverso. Se la cessione del Granada fu un’operazione di razionalizzazione, quella dell’Udinese avrebbe un significato ben più profondo. Sarebbe la fine di un’epoca che ha visto il club friulano consolidarsi tra le realtà più innovative del calcio italiano, non solo per i risultati sportivi ma anche per gli investimenti infrastrutturali – a partire dal moderno Bluenergy Stadium, considerato uno degli impianti più all’avanguardia d’Europa.

Una proprietà solida, quella dei Pozzo, che ha saputo coniugare visione, sostenibilità e ambizione. Ma oggi il calcio è cambiato, e per restare competitivi servono nuove risorse e strategie di respiro internazionale. Da qui, forse, la decisione di aprire a nuovi investitori.

Secondo le indiscrezioni, la trattativa con un fondo statunitense sarebbe in fase avanzata, con l’ipotesi che i Pozzo possano cedere fino all’80% delle quote mantenendo un ruolo di garanzia gestionale per i prossimi anni.

Un’Udinese parzialmente “internazionalizzata” potrebbe aspirare a traguardi oggi fuori portata, come un ritorno in Europa, beneficiando al tempo stesso della solidità gestionale costruita in questi decenni. Che sia davvero l’inizio di una nuova era? I tempi sembrano maturi. Ma come sempre accade con i Pozzo, ogni passo sarà ponderato. Con il cuore, prima ancora che con il portafoglio.


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