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I giovani forti, quelli veri, non passano più per Udine: il caso Murillo

di Stefano Pontoni

I difensori di una volta, quelli che sapevano fare la differenza, sembra non esitano più o almeno si fa una fatica terribile a scovarli. Quando poi ci si avvicina ad un difensore che possa almeno esser definito tale, il prezzo sale alle stelle. L'Inter, nella rivoluzione della difesa voluta da Mancini, tra i primi colpi messi a segno da Piero Ausilio, figura Jeison Murillo, difensore colombiano classe 1992, bloccato dai neroazzurri già nella finestra di mercato dello scorso gennaio. Un colpo che inizialmente destava più di qualche sospetto, un po’ perché i difensori sud-americani non vengono mai accolti con eccessivo entusiasmo, ma anche forse soprattutto perché Murillo è stato strappato al Granada della famiglia Pozzo per 8 milioni di euro. “Pochi” se si considera quanto bravo sia il patron dell’Udinese a valorizzare e vendere i propri pezzi pregiati. Invece l’avvio di campionato ha stupito tutti: Murillo, nonostante la giovane età, ha dimostrato di avere buone doti da leader difensivo. Cattivo sull’uomo e concentrato nei novanta minuti, l’ex di Granada e Deportivo Cali indossa la pesante maglia nerazzurra con inaspettata naturalezza. Ora vale 40 milioni. Questa la cifra che Real e Barca sarebbero pronte a mettere sul piatto per strapparlo a Thohir. Un giocatore così, lasciato andare via per così poco, fa gridare vendetta tra i tifosi friulani. Granada non doveva essere quel satellite in grado di dare una mano all'Udinese nella sua crescita? Un giocatore come Murillo perché non è stato portato a Udine almeno per una stagione? Sono domande che di questi tempi a Udine ci si fa. Il colombiano nell'Udinese attuale sarebbe stato un top player su cui gettare le basi per il futuro ma a Udine ora si punta basso, alla salvezza e i giocatori forti, quelli veri e non solo nelle parole dei ds, non passano.


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