Gino Pozzo:" La collaborazione tra Udinese,Watford e Granada è fondamentale..."
Dopo un lungo periodo di silenzio è finalmente intervenuto alla stampa Gino Pozzo, il braccio destro di Giampaolo Pozzo nell'Udinese Calcio. Ed è intervenuto rilasciando una lunga intervista al giornale Spagnolo Ideal.es parlando di numerosi argomenti interessanti, sopratutto riguardanti il Granada:
La scorsa settimana Gino Pozzo era a Granada per "una riunione tecnica". Un' attività che é fondamentale nella sinergia dei tre club Udinese, Granada e Watford: "E' proprio la sinergia che esiste tra questi tre club che rende tutti più competitivi. Si comparano i punti di vista per poter successivamente scegliere i giocatori migliori. Il Granada B é una parte molto interessante in questo processo. E' un gruppo che permette ai giovani di poter venire in Europa e praticare un calcio competitivo. Con la formazione che tutti questi ragazzi ricevono, si suppone che potranno competere ai massimi livelli con il passare del tempo. Con questo progetto stiamo facendo un lavoro spettacolare".
Parliamo della prima squadra. Come ha visto questo inizio di stagione? "Si sono alternate prestazioni molto buone con altre non all'altezza. Nelle gare in cui ha fatto bene, ha dato l'immagine di una squadra con un potenziale. Adesso si tratta di migliorare per rimanere sopra alla zona retrocessione. Ci teniamo che il Granada si consolidi in Primera, ma dobbiamo essere consci che non si può mollare mai".
Concretamente, quali gli obiettivi della squadra? "Dipende dalla capacità di mantenere una certa continuità. La chiave é nella continuità delle prestazioni, ed é questo che permettere di salire o scendere in classifica. In Liga ci sono due squadre che si staccano totalmente dalle altre, Real Madrid e Barcellona. Poi ci sono tre o quattro, tra le quali l'Atletico Madrid, che son di livello superiore. Quindi c'è un terzo gruppo, nel quale includo il Granada, in cui le differenze non vengon tanto dalla qualità della squadra, quanto dalla capacità di mantenere la posizione all'interno del 'blocco'. Perciò il fatto che venga retrocessa, si salvi o vada in Europa dipende più dalla capacità di rimanere un blocco di squadre, che da questioni tecniche. In questo momento non possiamo permetterci obiettivi ambiziosi, sarebbe un errore. Siamo migliori di altre, siamo una squadra competitiva che dipende dai piccoli dettagli. Dovremo lottare fino alla fine".
Se servirà, si faranno acquisti a gennaio? "Faremo come negli altri anni, interverremo se sarà il caso. Per prendere giocatori come Diakhatè, El Arabi, Buonanotte o Brahimi sono stati necessari forti investimenti. Da qui possiamo dire di essere orgogliosi di essere uno dei pochi club di Primera con un saldo maggiore negli investimenti rispetto alle vendite. La scorsa estate abbiamo venduto Mikel Rico perché é arrivata una offerta che soddisfava lui e noi, ma non perché il Granada avesse necessità di vendere. E ci son club concorrenti che invece sono costretti a vendere per poter sopravvivere. Noi invece abbiamo la possibilità di investire per migliorare anno dopo anno, senza contrarre debiti. Questo é un tratto distintivo del nostro modello di gestione".
E per quanto riguarda il settore giovanile? "La nostra idea rimane quella di migliorare il potenziale della squadra mantenendo sempre un equilibrio, senza fare follie. Si tratta di dare continuità al progetto e migliorare. Per questo cerchiamo di comprare giovani di prospettiva e farli crescere in casa. Adesso il livello del Granada verrà decretato anche dalla capacità di formare una stella. Da ora in poi le stelle dovremo formarle in casa. Il club ha la possibilità economica per prendere buoni giocatori, ma dobbiamo far sì che sempre più questi vengano dal nostro settore giovanile".
Secondo lei, quali giocatori del settore giovanile sono pronti per il salto? "Lo staff tecnico ha fatto un gran lavoro, non é facile competere in Segunda B. Ci sono giocatori come Wilson Cuero, Darwin Machis, Mohammed Fatau o Cristian Bravo che si evidenziano in maniera particolare. Ma ci sono anche calciatori spagnoli, come Nico o Carmona, che mi hanno sorpreso molto favorevolmente. Ma sono giovani e non bisogna mettere loro pressione. Devono crescere e maturare a poco a poco e quando avranno conseguito la giusta esperienza potranno andare in prima squadra".
Se giocatori si dovessero mettere in evidenza qui e il Watford andasse in Premier, finirebbero in Inghilterra? "Non ci devono essere problemi di questo tipo. Ci sono giocatori per tutte e tre le squadre, non ci deve essere competizione tra loro. Per questo é importante l'interscambio di informazioni tra le tre società. Perché può succedere che ci sia un giocatore che non trova spazio in una squadra, ma lo troverebbe nelle altre due. E' accaduto a Udine. A Udine é anche successo che i tifosi non fossero contenti che loro giocatori venissero a Granada. Ma in questo modo si crea ricchezza, si permette la valorizzazione di giocatori che magari non riescono ad ambientarsi in una squadra. Questo processo di interscambio diventa sempre più interessante con il passare del tempo e ci permetterà di migliorare le possibilità di mercato".
E' preoccupato per il minor afflusso di tifosi allo stadio? "Questo sarà un tema di riflessione per noi. Cercheremo di capirne le cause, perché il calcio non può esistere senza i tifosi. Non solo per un fatto economico, ma anche perché uno stadio pieno di appassionati invoglia anche i giocatori a venire a Granada. Qui la passione dei tifosi é grande, la sento ogni volta che vengo. Ed é importante che questo si traduca in punti".
Si aspetta prima o poi dal Granada gli stessi risultati dell'Udinese? "Dobbiamo avere l'ambizione di migliorarci. Il modello Udinese ha dimostrato che si può arrivare a livelli molto alti anche partendo da piccole città e mettendosi in gioco con mezzi molto inferiori a quelli degli avversari. Credo che con il tempo si potrà fare questo anche a Granada, anche se le situazioni sono diverse. Perchè non si può dimenticare che l'Udinese ha investito in questa filosofia da molti anni, ma era già in serie A. Nel caso del Granada bisogna andare con i piedi di piombo e non guardare troppo in alto perché potrebbero esserci bruschi risvegli".