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Gazzetta dello Sport - Udinese e Viola spente. Gli unici brividi sono per il ricordo di Astori

di Stefano Bentivogli
Fonte: Gazzetta dello Sport

La partita del ricordo di Davide Astori non ha altri motivi per restare nella memoria. Il coro dei tifosi viola per il loro capitano scomparso undici mesi fa, accompagnato dal commosso applauso di tutti gli spettatori, è il momento più significativo di un pomeriggio che dal punto di vista calcistico è stato invece brutto e deludente. Udinese e Fiorentina hanno giocato malissimo nel primo tempo e solo leggermente meglio nella ripresa, sprecando un’occasione importante per avvicinare i rispettivi obiettivi.

TUTTI FERMI La Fiorentina ha iniziato a ritmi bassi, forse per gestire le energie dopo il turno di Coppa Italia. Ma contro una squadra schierata a totale protezione della propria area (il3­5­2 dell’Udinese era in realtà un 5­ 3­2 perché Stryger Larsen e D’Alessandro salivano di rado) sarebbe servito un movimento senza palla che non si è mai visto. Chiesa e Mirallas, piazzati alle spalle di Muriel, finivano stritolati tra le strette linee bianconere di difesa e centrocampo; i terzini spingevano poco e così la manovra era lenta e prevedibile. Nonacaso in tutto il primo tempo la Fiorentina è stata pericolosa solo con un colpo di testa di Pezzella su angolo: conclusione potente, ma centrale e ottimo riflesso di Musso. Su azione era stata più pericolosa l’Udinese, ma De Paul aveva piazzato male il tiro dopo un bel dribbling. Pioli ha capito che qualcosa andava cambiato e a inizio ripresa ha inserito Simeone al posto di Mirallas. Ma la Fiorentina era chiaramente sotto ritmo e poco concentrata: solo così si spiega il gol regalato all’Udinese. Biraghi ha battuto rasoterra un angolo per favorire il tiro di Veretout che ha fallito il controllo, Pussetto si è scatenato sulla fascia e sul suo tiro deviato è spuntato Stryger Larsen, dimostrando maggiore cattiveria e volontà rispetto agli avversari che erano rientratiinpochi.Preso il cazzotto, la Fiorentina si è finalmente destata dal torpore.

LA REAZIONE Più dell’ingresso di Pjaca per Gerson (e conseguente passaggio al 4­2­3­1), è stata la voglia di non perdere a spingere i viola all’attacco. Casuale il gol del pareggio (diagonale perfetto di Fernandes),non casuale il progressivo controllo della gara. Pioli ha spostato anche le pedine per trovare spazi, sorprendere la difesa di Nicola e vincere: dietro a Simeone prima ha piazzato da destra Pjaca, Muriel e Chiesa e poi sempre da destra Chiesa, Pjaca e Muriel. Ma il gol da tre punti non è arrivato. L’Udinese ha ottenuto forse il massimo, considerando la differenza di valori tecnici. Ma il cammino perla salvezza è ancora lungo e la freddezza del pubblico (silente durante la partita e ironico con la società alla fine) non è un bel segnale.


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