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Gazzetta dello Sport - Nicola: "Bene così, in futuro sbraneremo gli avversari"

di Stefano Bentivogli
Fonte: Gazzetta dello Sport

Diciassette, ventotto e cinquantaquattro. Sono stati i minuti clou della prima partita di Davide Nicola sulla panchina dell’Udinese. Al 17’ il tecnico si è tolto cravatta dal collo, al 28’ la giacca in puro stile «allegriano», al 54’ è andato a tirare su per il braccio Rodrido De Paul davanti alla sua panchina: pochi secondi dopo è arrivata la rete dell’argentino con quell’azione slalomeggiante che ha fatto fare una brutta figura ai difensori della Roma. Nicola non ha imitato i suoi calciatori in panchina che si sono fatti quaranta metri di corsa andando tutti ad abbracciare il loro compagno, si è fermato a metà strada consapevole che non era il caso di esagerare. Sia prima che dopo l’episodio decisivo il tecnico era finito nel «mirino» del quarto uomo che lo sorprendeva puntualmente fuori dall’area tecnica. «Ero come uno di quei leoni che tieni in gabbia per tanto tempo e che quando liberi vogliono scatenarsi», dice l’allenatore piemontese ricordando i quasi dodici mesi lontano da una panchina. L’ultima era stata a Crotone proprio contro l’Udinese il 4 dicembre 2017. Allora come ieri i friulani hanno vinto. Stavolta, però, Nicola era dalla parte giusta.

EMOZIONE E PASSIONE «Mi sono emozionato quando sono entrato in campo – dice – perché ho visto tanta gente allo stadio. È la dimostrazione che ci vogliono bene e che dobbiamo ripagarli. I tifosi cosa chiedono alla propria squadra? Vogliono identificarsi in chi va in campo. In settimana siamo andati a visitare il club della curva in occasione della sua inaugurazione e ho scoperto non solo passione, ma anche tradizione. Del resto parliamo di un club con una storia ultracentenaria». Negli ultimi minuti, specialmente dopo l’occasione fallita da Machis, sul Friuli, è calato il gelo. C’era il terrore di rivivere la beffa subita con il Milan. A quel punto Nicola è uscito dall’area tecnica ed è andato a richiamare i tifosi della curva. Un tornado. E al fischio finale è andato ad abbracciare uno a uno i suoi giocatori lasciandoli poi andare a raccogliere l’applauso della loro gente. «I ragazzi mi hanno colpito per l’attenzione che ci hanno messo, sono stati bravi», dice.

RIPARTENZA Quelli strappati con la Roma sono tre punti pesanti: «Ci permetteranno di riprendere a lavorare meglio. Abbiamo avuto poco tempo per preparare questa gara. Abbiamo deciso di aspettare la Roma, ma va detto che nell’arco dei 90’ minuti abbiamo creato cinque occasioni limpide. Verrà il tempo in cui anche noi andremo a sbranare gli avversari nella loro metà campo, ma non era quella con la Roma la partita adatta per farlo».


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