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Figc - E commissario sia

di Stefano Pontoni

E commissario sia. Al termine di una giornata infinita, fatta di incontri carbonari e alleanze sfumate, la Federcalcio non è riuscita a esprimere un presidente. Nella quarta votazione, l’ultima consentita, i due candidati arrivati al ballottaggio, Gravina e Sibilia (Tommasi era stato escluso al terzo turno), non hanno ottenuto la maggioranza assoluta dei voti validamente espressi: il presidente della Lega Pro è arrivato al 39,06%, mentre il numero uno dei Dilettanti si è fermato all’1,85 per cento avendo chiesto ai suoi delegati di optare per la scheda bianca nella votazione finale «perché non ci sono le condizioni per procedere». E proprio le schede bianche, addirittura il 59,09%, hanno fatto saltare l’elezione (si sono rifugiati in questa scelta anche i calciatori di Tommasi).

Diventa dunque indispensabile l’intervento di Malagò, il vero vincitore di questo lunedì: il presidente del Coni auspica il ricorso al commissario da quando è esploso il caso, dopo l’eliminazione dell’Italia dai Mondiali, e adesso succede quanto da lui previsto, voluto, caldeggiato. Il consiglio straordinario del Coni, convocato per giovedì, dovrà procedere alla nomina: i nomi in ballo sono diversi, dall’accoppiata Fabbricini-Costacurta all’attuale direttore generale Uva; le prossime ore saranno decisive per determinare il nome di colui al quale verrà assegnato il ruolo di tentare la ricostruzione del calcio italiano. Una delle prime mosse del commissario sarà la scelta del commissario tecnico, in ballo ci sono nomi prestigiosi: Mancini, Ancelotti, Conte, Ranieri.

Il momento decisivo della giornata si è avuto appena prima del ballottaggio, quando Sibilia – proprio per evitare il voto di spareggio – ha proposto a Gravina un accordo in base al quale quest’ultimo sarebbe stato presidente federale. L’offerta è stata rifiutata: tra i sostenitori di Gravina pochi volevano un’intesa con l’altra parte, soprattutto con alcuni elementi della fazione opposta.

Il commissariamento che non piace al presidente del Torino Urbano Cairo: appena prima dell’ultimo voto lo aveva definito  "una sconfitta per tutti" perché "significa rinunciare a trovare una soluzione condivisa per far ripartire il calcio". Sulla stessa lunghezza d’onda il numero uno della Sampdoria Massimo Ferrero che ha parlato di "una buffonata, ora ci sarà il commissariamento, ma io sono un po’ malizioso, per me c’era sotto un piano per andare verso questa direzione".


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