E' braccio di ferro sui diritti tv
Diritti TV e diretta in chiaro. Di mezzo c’è sempre il tramite, la televisione. E il fatto che siano le due prossime frontiere su cui si gioca la ripresa del calcio italiano. Ma si parla di due vicende, almeno in parte, diverse. Per quanto, in un certo senso, legate.
Il braccio di ferro con Sky. Sul pagamento della sesta rata, lo sappiamo, si è giocata buona parte delle motivazioni per cui i club di Serie A hanno spinto per tornare in campo. Le ultime raccontano che l’emittente di Rogoredo non sia propensa a una conciliazione, visti anche i toni forti arrivati da via Rosellini e intenda proseguire la querelle in tribunale. La A sarebbe addirittura pronta a staccare il segnale.
Le partite in chiaro. Decisamente più morbido, almeno a giudicare dalle parole del ministro Spadafora, il percorso tra Sky e il governo. Il titolare del dicastero allo Sport si è dichiarato ottimista sul buon esito della trattativa che, come noto, dovrebbe portare almeno in parte il calcio sulle tv anche dei non abbonati. L’ipotesi principale porta a due gare in chiaro per giornata, ma sul piede di guerra vi sono le altre tv. Ci siamo quasi, ha assicurato Spadafora.
In chiaro ma senza segnale? Sarebbe un esito paradossale, se i due tavoli di confronto non convergessero e non trovassero una soluzione che vada bene a tutti. Un’intesa col Governo per le partite in chiaro, mentre il braccio di ferro con la Lega impedisce di trasmetterle. Paradossale, come detto. E infatti è improbabile che finisca davvero così: non conviene a nessuno. Ma è la cronaca che ci consegna la giornata andata agli archivi da pochi minuti.