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Dove può arrivare questa Udinese?

di Stefano Pontoni

Quattro vittorie e una sconfitta, per 12 punti totali e il terzo posto in classifica. Forse neanche nei sogni più sfrenati dei tifosi dell'Udinese era stato immaginato un avvio di stagione così sfolgorante, soprattutto alla luce di un calendario che sarebbe eufemistico definire proibitivo. A parte l'Empoli, che peraltro tra le neopromosse è quella ad aver mostrato il miglior calcio, tre big come Juventus, Napoli, Lazio e un Parma che qualche mese fa lottava per un posto in Europa: forse già ottenere 5-6 punti sarebbe stato un traguardo insperato. Così, dopo questo exploit che ha acceso i riflettori sulla squadra di Andrea Stramaccioni, è lecito chiedersi quanto potrà durare l'Udinese dopo lo sprint iniziale. Dal Friuli invocano calma e sangue freddo e dichiarano di voler pensare soltanto alla salvezza; volare basso, dettame seguito alla lettera durante gli anni della gestione Guidolin e riproposto con pervicacia. Analizzando più nel dettaglio l'andamento, il gioco e la rosa a disposizione di Stramaccioni, si potrà comprendere che tipo di campionato potrebbe fare l'Udinese. In queste prime 5 gare i bianconeri sono stati essenziali nelle trame di gioco, camaleontici tatticamente. Se inizialmente Stramaccioni ha evitato fratture con il passato e ha insistito sulladifesa a 3 in continuità con l'operato di Guidolin, successivamente - anche per il protrarsi dell'assenza di Domizzi - ha mostrato di poter passare allo schieramento a 4 con disinvoltura. La sua Udinese ha alcune costanti e un'ossatura, uno scheletro ben preciso: una linea che unisceDanilo, difensore di sicuro affidamento, Guilherme, perno di centrocampo fortemente voluto da Strama, e Totò Di Natale, terminale offensivo di tutte le azioni friulane. Il contorno può cambiare, con esterni più alti (strepitoso l'avvio di Widmer, per lo meno dal punto di vista offensivo), con trequartisti più votati all'inserimento (Kone su tutti) o alla giocata palla al piede (Bruno Fernandes). Ciò che più impressione e che dovrebbe infondere un po' di sano ottimismo nei tifosi dell'Udinese è il fatto che la squadra di Stramaccioni sembrerebbe aver espresso al momento il 50-60% del suo potenziale. I meccanismi di gioco non sono ancora oliati, la difesa tende ad abbassarsi troppo e i centrocampisti a schiacciarsi sulla linea difensiva; le ripartenze non sempre vengono sfruttate al meglio. Ma soprattutto l'allenatore ha dovuto affrontare in avvio di stagione alcuni infortuni pesanti, come quelli di Gabriel Silva e Domizzi; inoltre ci sono giocatori ancora non al meglio - Muriel, Bruno Fernandes - e giovani in rampa di lancio, che potrebbero esplodere più avanti, come Lucas Evangelista, colpo di mercato last-minute, e il talentuoso Alexis Zapata. Insomma, le prospettive sembrano buone, tanto più che una serie di gare decisamente abbordabili - le prossime 4 partite in casa metteranno di fronte ai friulani Cesena, Atalanta, Genoa e Chievo - permette all'Udinese di sognare. C'è però un timore e non da poco. L'Inter di Andrea Stramaccioni partì fortissimo, arrivando a un passo dalla Juve capolista, salvo poi sgonfiarsi nel girone di ritorno, falcidiata dagli infortuni e dai problemi interni dello spogliatoio. La storia potrebbe ripetersi? Ovviamente tifosi e dirigenti dell'Udinese si augurano di no.


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