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Del Neri: "Futuro all'Udinese? Adesso c’è Stramaccioni. Non ho mai chiuso le porte in faccia a nessuno per cui mai dire mai"

di Stefano Pontoni

Ospite ad Aiello, assieme a Di Natale e Stramaccioni, in occasione della serata in memoria di Enzo Bearzot, Gigi Del Neri ha rilasciato una lunga intervista al Messaggero Veneto.

Del Neri, lei è un grande estimatore di Totò al punto che lo voleva alla Juve. Cosa le consiglia di fare? Continuare a giocare o chiudere?

«Totò è uno di quei giocatori che sa gestire le sue risorse e le sue forze. Il fatto che debba concentrarsi solo sul campionato e non debba pensare anche alle coppe è un aiuto. Se lui ha ancora voglia e sta bene penso sia giusto che continui».

Le consiglierebbe un ruolo alla Altafini?

«Si fa spesso questo confronto, ma Altafini è stato l’unico ad accettare questo ruolo perchè alla fine tutti vogliono giocare sempre. AI miei tempi c’era Vagheggi all’Udinese che però era ancora giovane. Io non so cosa pensi Totò, però credo sia consapevole che arrivati a una certa età è difficile giocare tutte le partite, meglio puntare sulla qualità».

Che giocatore è diventato oggi il numero 10 bianconero?

«Un campione conclamato che ha raggiunto traguardi importanti a livello personale ma anche di squadra. Arrivati alla sua età credo che la componente dell’entusiasmo sia decisiva per continuare la carriera».

Prima o poi, però, dovrà arrendersi al tempo.

«Credo che in questo contesto dovrà essere brava la società e fare una scelta in prospettiva prendendo qualche giovane da far crescere. Oggi per sostituire Totò servirebbe una punta da 20 gol ma è difficile trovarla, più facile pensare a due attaccanti da 12 reti a stagione».

Del Neri, lei voleva far giocare insieme alla Juve Del Piero e Di Natale. Che coppia sarebbe stata?

«Di grande palleggio, in una squadra che non ne aveva molto nel suo dna».

Ma concorda con chi dice che è difficile giocare al fianco di Totò?

«In linea generale no perchè con i grandi campioni è semplice giocare. Certo, bisogna affiancargli un giocatore dinamico che si integri con le sue caratteristiche di attaccante che gioca soprattutto in profondità».

Parliamo dell’Udinese. Questa stagione va archiviata alla voce deludente?

«Mi sembra un termine eccessivo considerando che il primo obiettivo di un club come quello friulano rimane la salvezza. Certo, la buona partenza aveva forse illuso, ma bisogna sempre valutare quali sono gli obiettivi di partenza».

La scorsa estate lei è stato in corsa per la panchina dell’Udinese che poi ha scelto Stramaccioni. Non è mai facile parlare dei colleghi ma lei come valuta l’operato del tecnico romano?

«Stiamo parlando di un buon allenatore che ha saputo far rendere la squadra soprattutto nelle gare contro le grandi. Il modulo? Si parla tanto di numeri, ma poi alla base di tutto c’è un altro concetto che è quello dell’organizzazione».

Nel futuro di Del Neri ci può essere ancora la panchina dell’Udinese?

«Adesso lì c’è Stramaccioni. Personalmente non ho mai chiuso le porte in faccia a nessuno per cui mai dire mai».


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