Corriere dello Sport - Udinese-Fiorentina: L'analisi
Peggior prova della stagione dei viola, per il Corriere dello Sport, che esamina il match disputato ieri al Friuli andando ad analizzare lo svolgimento del confronto fra bianconeri e Fiorentina.
UDINE - L’Udinese si ritrova, la Fiorentina gioca per trenta minuti e poi si perde. La squadra di Guidolin rintraccia il meglio che ha dentro, di colpo, dopo aver sbandato e rischiato il tracollo sente il peso della paura ed è come se si liberasse e tornasse a essere quello che è: una squadra solida, vera, quadrata e capace come poche di ribaltare l’azione. Minuto dopo minuto ripesca nel cuore il passato e il meglio. Il gol al minuto 34 di Heurtaux è capace di togliere il tappo alla paura che sembrava attanagliare Di Natale e compagni. Una scossa elettrica che risveglia orgoglio e coraggio. Poi grandi applausi a tutto il grupppo bianconero ma con standing ovation per Pereyra, il migliore, il padrone del gioco e delle ripartenze.
La Fiorentina si perde davanti a uno specchio teorico. Troppi tocchi di tacco, forse troppi elogi, troppe certezze e poca capacità di pensare con modestia. Ma forse anche un eccesso di voglia di fare, di prendersi tutto e subito e nel modo sbagliato. L’immagine di Cuadrado è esemplificatica. Bravo è bravo, amatissimo da tutti, potenzialmente il futuro gran colpo di mercato. Poco prima del gol dell’Udinese aveva sbalordito tutti: fuga a tagliare a metà la squadra di Guidolin, tre dribbling, poi da solo davanti a Brkic e parata del portiere. E poi? Tacchi, finte, rifinte e finte ancora, ma anche un finir spesso se non sempre sul muro fatto dai bianconeri. E con lui tutto il resto della Fiorentina. Una sorta di toro che si getta a capofitto, con poco raziocinio e nessuna pazienza e sbaglia lo sbagliabile e oltre. La peggior Fiorentina, in questo secondo tempo, della stagione. E’ come se avesse buttato via le tante lezioni che aveva dimostrato di aver capito. Un solo episodio, al minuto 22', con Rossi attorniato e toccato. Rigore? I dubbi che lo sia rimangono, ma Tagliavento non fischia. E’ però l’unico alone sull’indiscutibile successo dell’Udinese. Una vittoria che riaccende le speranze di Guidolin.
FIORENTINA GRIGIA - Nessun dubbio: le soste alla squadra di Montella non fanno bene. E il tecnico viola deve ringraziare Neto se il risultato non è stato più pesante. Merito del portiere brasiliano che nel secondo tempo ha cancellato qualche incertezza mostrata in apertura di gara. Neto nella seconda parte della gara ha collezionato almeno quattro parate importanti, una delle quali, al 34' del secondo tempo, letteralmente miracolosa. Davanti dove Cuadrado si è specchiato troppo, dove Joaquin si è spento prima di accendersi, dove il povero Rossi ha disperatamente cercato una palla giocabile, arretrando fino a metà campo. A centrocampo dove Aquilani ha concesso un solo affondo pericoloso (minuto 29' miracolo di Brkic) per poi perdersi e innervosirsi e costringere Montella a cambiarlo. Male pure Borja Valero che si è battuto ma si è anche arreso molto presto. Troppa confusione in un giocatore come lui che ha fatto dell’ordine la sua ragione tattica. Grigio pure Pizarro che ha fatto solo l’ordinaria amministrazione. Mai un’intuizione delle sue, poca fantasia, freno a mano tirato. Per contro Basta, Pereyra e Fernades hanno retto e deciso le ripartenze. Giocatori lanciati dalla fionda, pericolosi a ogni sortita.
BATTUTA D’ARRESTO - Il gol al 34', punizione di Di Natale, schizzata di Pereyra e gol di Huertaux. Da qui fino alla fine chi aspetta la reazione della Fiorentina è profondamente deluso. I viola finiscono sul muro friulano e l’Udinese spreca almeno quattro o cinque facili ripartenze. L’eroe senza successo alla fine è Neto vhe però non impedisce la sconfitta. Un’occasione importante anche perchè giovedì i viola archivieranno la qualificazione in Europa League e poi avranno il match casalingo con il Verona prima della trasferta più importante, quella all’Olimpico contro la Roma. La classifica rimane importante e le prospettive aperte, ma lo stop di Udine rimane comunque un colpo duro e inatteso.