Conte: "Vincere piace a tutti, ma non è per tutti. E’ per gente speciale. Ci auguriamo di cominciare a essere speciali"
Conferenza stampa da vero "special one" quella di Antonio Conte prima del suo debutto sulla panchina azzurra con l'oOlanda. Tanta tensione prima dell'esordio che non concilia il sonno del neo ct: "Stanotte mi auguro di dormire qualche ora in più. In quella passata ci sono riuscito poco. Colpa dell’esordio, mi succedeva meno quando ero calciatore. Ma di buono c’è che quando dormo poco penso tanto. Anche alla formazione. Li ho in testa, i titolari. Sirigu in porta, Anche se Buffon resta il titolare, gli altri li vedrete. Posso fare sei cambi, li farò tutti, per i ruoli più dispendiosi: centrocampo, attacco, esterni". Non dorme Conte, ma non per paura: "Sapevo che mi sarei preso una grandissima responsabilità ad assumere questo incarico. E’ un momento difficile per tutto il Paese, speriamo di diventare esempio di riscossa. Sappiamo che dietro alla squadra ci sarà tutta una nazione".
Questo nuovo ruolo di "allenatore di tutti", parte da Bari, dove divenne allenatore vincente: "Qui vinsi il mio primo campionato, qui mia figlia ha fatto il suo “esordio” allo stadio, a due mesi, e ci sarà oggi. Bello tornare in Puglia, sono orgoglioso di essere il primo commissario tecnico meridionale". Dal Sud, ma non scaramantico: "Nessun c.t. vincente al debutto da Zoff? Ho letto, ma qualcuno come Lippi partendo male ha poi vinto il Mondiale".
Già, vincere. Conte può permettersi di parlare dell’argomento con cognizione di causa: "Vincere piace a tutti, ma non è per tutti. E’ per gente speciale. Ci auguriamo da domani di cominciare a essere speciali". Ricorda qualcuno? Sì, un portoghese che divideva parecchio. Del resto essere simpatico non è in cima alle sue priorità: "Con i miei giocatori mi interessa soprattutto essere trasparente. Preferisco un brutta verità a una bella bugia". Slogan di Conte-pensiero. A Vinovo li conoscono bene, ora tocca all’Italia.
Italia che ripartirà così: "Un mix tra veterani e giovani promettenti. Buffon, De Rossi, Barzagli e Pirlo saranno fondamentali per la riuscita del progetto. Devono prendere per mano i più giovani, non solo come calciatori ma come uomini". A livello tattico si riparte dal 3-5-2 ("Vedere Van Gaal o Guardiola che giocano a tre è una rivincita sulle critiche del passato"). Poi c’è l’evergreen della "maglietta bagnata di sudore" e qualche primo principio di gioco: "Al momento fatichiamo a schierare veri fuoriclasse, per cui dobbiamo passare da una filosofia. Ho visto applicazione e alcuni concetti già messi in pratica in allenamento. Non posso aspettarmi il prodotto finito, ma voglio iniziare a vedere una certa idea di gioco". Singoli? Citazioni per El Shaarawy ("Ha un problema alla caviglia, non credo lo rischieremo"), Verratti ("Può diventare fondamentale davanti alla difesa") e De Rossi ("ha la giocata lunga e quella breve"). Agli altri penserà stanotte. Notte che rischia di essere insonne. Un prezzo da pagare per essere speciali.