Buscè racconta Di Natale: “Qando era soldato palleggiava con le lattine. Totò è unico, e sarà protagonista anche del nuovo ciclo”
Fonte: gianlucadimarzio.com
Trentasette candeline da spegnere fra pochi giorni, Antonio Di Natale continua a segnare e ad essere ancora incisivo. Per chi lo conosce bene, non è un caso. Antonio Buscè, storico capitano dell’Empoli e compagno di squadra (oltre che di militare) di Antonio Di Natale, non ha dubbi: continuerà ad incantare.
“Conosciamo tutti il suo valore, lo ha dimostrato e stupirà ancora. A volte un calciatore, anche se bravo, fatica se non ha stimoli; lui ne ha, si vuole divertire, ha tanta passione. E doti tecniche uniche. Quando abbini queste qualità ed aggiungi un fisico integro…”.
Eppure c’è stato un momento in cui Totò ha vacillato, quando nel cuore della scorsa stagione dichiarò che sarebbe stata l’ultima: “A volte in un periodo critico si dicono cose che non si pensano. Un calciatore vorrebbe sentirsi sempre al top, se passa 4 o 5 mesi difficili va giù di morale… Ma può capitare, passato la fase negativa si è rialzato subito ed ha continuato. A mente fredda ha capito che ce la può ancora fare, ha stimoli e condizione. Anche lo scorso anno è andato in doppia cifra poi”. E per questa stagione si è ripresentato ai nastri di partenza carico: due doppiette e l’Udinese vola. Ai bianconeri si è legato in maniera indissolubile, una scelta di cuore… “Di vita, più che altro. Quando ti senti a casa tua, vedi che hai grande fiducia da parte della società e dell’ambiente, quando ti togli tante soddisfazioni a livello personale e di squadra, non puoi cambiare maglia. La società ha ottenuto grandi risultati anche grazie ad un leader come Totò che fa crescere anche i giovani. I fatti gli hanno dato ragione, ed anche quest’anno che si è aperto un nuovo ciclo con Stramaccioni sono convinto che voglia farne parte”.
Dal campo alla vita di tutti i giorni, il Di Natale calciatore lo conosciamo, il Di Natale compagno di squadra ce lo racconta Buscè: “E’ un ragazzo semplicissimo, con lui ho fatto anche il militare: Totò è acqua e sapone, è normale che il successo un po’ ti cambi, ma ci siamo visti anche recentemente e ci siamo abbracciati”. Estro e genio, anche fuori dal campo: “Eravamo in caserma a Bologna, non lo conoscevo ancora. Dovevo andare in bagno per lavarmi i denti prima di andare a letto. Noto un gruppetto di ragazzi, li sento applaudire. Mi faccio strada e lo vedo: palleggiava con una lattina di Coca Cola vuota, con una facilità unica. Era un fenomeno già allora, ma ha dovuto fare tutta la gavetta. In molti non credevano in lui, forse neanche lui stesso: il tempo, però, ha messo in mostra le sue qualità, portandolo fino alla Nazionale”. Un patrimonio unico del nostro calcio, un esempio per tanti giovani. Antonio Di Natale, in arte Totò.