Bobadilla, la Cavalletta che divenne Giovane
Ieri sera Raul Marcelo Bobadilla, attaccante classe '87 di Bueons Aires, ha punito la disattenzione dell'Udinese con una tripletta condita da un calcio di rigore e due reti su azione. I più si sono lasciati andare a ovvi commenti riguardanti la spettacolarità di un giocatore che, come in molti avranno detto sicuramente, milita in un campionato minore. Parole che non possono rendere onore all'attaccante argentino, che di certo non lo si scopre adesso che si sta giocando l'Europa League a Berna: Bobadilla è un giocatore arrivato in Europa con il sigillo del campione e che, se la storia fosse andata diversamente, avrebbe avuto sorte migliore.
Quando Raul Marcelo Bobadilla arriva nell'Europa che conta lo fa a Zurigo, al Grasshopper, la squadra più titolata di Svizzera e, oggi, capolista in solitaria nella Super League con quattro punti di distacco sul San Gallo alla tredicesima giornata. La prima squadra di Zurigo lo acquista dal Concordia Basilea, il fratello minore del Basel di Streller e Frei: lo stadio Rankhof in quel periodo si ritrova nella Divisione Nazionale B, la quarta serie della Svizzera, e con quella maglia ci hanno giocato già Marco Streller, Yann Sommer, Murat e Hakan Yakin, ma anche Josip Colina e David Da Costa.
Bobadilla, però, è sprecato per la Divisione Nazionale B e dopo 18 reti in 28 presenze con il Concordia viene notato dal Grasshopper: nel 2007/08 è candidato come miglior giocatore della Super League, alla sua prima stagione con le Cavallette, ma cede lo scettro del premio ad Hakan Yakin, guarda caso. La sua storia a Zurigo inizia con 18 reti, le stesse di Thomas Haberli e sei in meno di Yakin, entrambi militanti nello Young Boys, che in quella stagione punisce prima 3 a 2 e poi 2 a 0 il Grasshopper. Arriva quarta, però, la squadra di Zurigo e va a disputare l'Intertoto. Il 26 luglio Bobadilla è protagonista della vittoria nel secondo turno (le Cavallette usciranno al terzo) el Lazur Stadium di Burgas, dove gioca lo Chernomorets Burgas, sigla la rete che spinge la sua squadra avanti nella competizione, poi vinta dal Braga.
Nella stagione successiva, poi, qualcosa va storto. A ottobre Bobadilla inizia un calvario di infortuni che terminerà soltanto il 25 aprile, con numerose ricadute nel mentre. La sua stagione al Grasshopper non èdi grande levatura e dopo altre cinque reti in Super League arriva la cessione che avrebbe dovuto segnare la propria consacrazione. Il trasferimento, però, arriva nel suo momento di debolezza fisica e il Borussia M'bach non riesce a goderne a pieno. Un quadriennale con il club tedesco, firmato l'11 giugno, gli apre le porte della Bundesliga e lui in un anno e mezzo pur giocando 44 gare segna appena 7 volte. Il primo anno la squadra termina 12esima, l'anno successivo deve impegnarsi nello spareggio con il Bochum per restare in Bundesliga: vinto, poi, per 2 a 1 nell'aggregate. Ma Bobadilla già non c'è più: a gennaio del 2011 va all'Aris Salonicco. Segna solo due volte in 7 presenze, con la squadra che termina sesta in campionato.
Ritorna al Borussia dopo sei mesi in Grecia e nella stagione 2011/12 non è, però, protagonista del successo della squadra di Mönchengladbach: la squadra arriva quarta, ma è spinta da un impetuoso Marco Reus, che lascia soltanto un goal a Bobadilla, che, quindi, a gennaio del 2012 lascia la Germania per tornare nella terra dove era esploso, la Svizzera. Firma un contratto con gli Young Boys, che finiranno terzi il campionato scorso: 13 presnze, 7 reti e Bobadilla è tornato. Quest'anno sono otto le presenze, su 13 a disposizione, tutte da titolare, e soprattutto già cinque le reti, di cui una al Grasshopper la scorsa settimana. Ma a queste si devono aggiungere le reti europee: il 9 agosto siga il 3 a 0 al Kalmar FF, il 23 agosto apre le marcature a Herning contro il Midtjylland, e infine, ieri, la più nota a tutti, la tripletta contro l'Udinese.
Un attaccante che trova la sua dimensione in Svizzera, il campionato che esalta gli attaccanti di stazza. E Raul Marcelo Bobadilla la stazza ce l'ha: l'Udinese al ritorno, ora, sa chi puntare. Ma l'avrebbero dovuto sapere tutti sin da subito.