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Amarcord – Roberto Nestor Sensini: dal campo alla panchina, una carriera in bianconero

di Federico Sanzovo

Uno come Sensini non ha certo bisogno di presentazioni: 384 presenze in Serie A con appena 33 cartellini gialli e un rosso. Numeri che, per chi di mestiere ha fatto il difensore, significano correttezza e rispetto per l'avversario. Per fare un paragone, anche un calciatore non certo violento come Alessandro Nesta ha collezionato ben 78 cartellini gialli e 3 rossi (in 417 presenze).

A Udine, poi, Sensini se lo ricordano bene: con la maglia delle Zebrette, infatti, l'argentino è sceso in campo 240 volte, diventando lo straniero più presente della storia bianconera. Storia bianconera che il difensore ha contribuito a scrivere nelle sue tre esperienze, due da calciatore (1989-1993 e 2002-2006) e una addirittura come allenatore (2006).

Sensini nasce ad Arroyo Seco, in Argentina, il 12 ottobre del 1966 e inizia la carriera nel mitico Newell's Old Boys, con il quale vince il campionato del 1988 e si conquista la convocazione nella nazionale per la coppa America. In realtà, come avrebbe ricordato alcuni anni più tardi in un'intervista, Sensini era già stato convocato dalla “Renato Cesarini”, la squadra di giovani calciatori argentini che accompagnava la nazionale maggiore durante i trionfali mondiali di Messico 1986, segno che le sue capacità erano ben visibili fin dai primi approcci con il calcio professionistico.

Gli uomini di mercato di Pozzo, sempre attenti agli sviluppi del calcio sudamericano, non possono certo farsi scappare un giocatore del calibro di Sensini, capace di giocare in ogni ruolo sia della difesa che del centrocampo e così l'argentino sbarca a Udine, assieme all'ex compagno di club Abel Balbo. I due fanno il loro esordio in campionato nel pareggio interno con la Roma: è il 27 agosto 1989.

Balbo e Sensini diventano, ben presto, due pilastri della squadra friulana e lo saranno per quattro stagioni, regalando grandi gioie ai tifosi bianconeri e congedandosi con un bellissimo regalo. Al termine del campionato 1992/1993, infatti, l'Udinese deve affrontare il Brescia nello spareggio salvezza: i due campioni argentini partono, ovviamente, titolari e contribuiscono alla vittoria per 3-1 che mantiene le Zebrette nella massima serie. Dopo quella partita, però, i due lasciano: l'attaccante vola a Roma, mentre per Sensini si fa avanti il Parma. Negli anni in Emilia vince tanto (una coppa Italia, due UEFA e una supercoppa europea) e, nel 1998/1999, ritrova proprio Balbo, compagno di mille avventure. Dopo l'esperienza in gialloblu c'è la Lazio, squadra con la quale vive un'esperienza stellare in termini di risultati: con i biancocelesti vince, in appena una stagione, scudetto, coppa e supercoppa italiane e supercoppa UEFA. Nell'estate del 2000 torna quindi a Parma e, due stagioni dopo, è ancora in Friuli.

Nel 2002, infatti, Pozzo decide di puntare nuovamente su di lui ora che è diventato un giocatore esperto, non solo in ambito nazionale, ma anche internazionale: con l'Argentina, infatti, ha vinto l'argento olimpico ad Atlanta 1996 e ha disputato ben tre mondiali.

L'Udinese che Sensini trova al suo ritorno è molto diversa dalla squadra che aveva lasciato: ora si tratta di un club ancorato saldamente alla Serie A e che punta a ben figurare anche nelle competizioni europee. Dopo essersi affacciata timidamente alla coppa UEFA nelle stagioni 2003/2004 e 2004/2005, la squadra guidata da Luciano Spalletti conclude il campionato al 4° posto, qualificandosi per la prima volta nella sua storia alla Champions League. Sensini colleziona così 5 presenze in coppa (edizione 2005/2006, ndr) con la squadra che, però, arriva terza alle spalle di Barcellona e Werder Brema, dopo aver sconfitto lo Sporting Lisbona nel preliminare. Quella stagione, partita con ottimi pronostici visto il bellissimo campionato da poco concluso, diventa per i friulani un incubo e a gennaio l'allenatore, che dall'estate era Serse Cosmi, viene esonerato. Pozzo cerca un sostituto e punta proprio su Sensini che decide, il 22 gennaio 2006, di appendere le scarpette al chiodo e di sedersi in panchina assieme a Loris Dominissini. L'avventura dei due parte bene: dopo aver pareggiato 1-1 contro la Lazio a Roma, l'Udinese batte il Lens 3-0 e passa agli ottavi di UEFA. Qui, però, i bianconeri vengono eliminati dal Levski Sofia e anche in campionato i risultati non arrivano, tanto che dopo 2 pareggi in 6 partite di Serie A, la coppia di allenatori lascia e la squadra viene affidata a Galeone.

La carriera di Sensini da tecnico, però, continua in Argentina, dove guida Estudiantes, Newell's e Colon: dopo averlo lanciato da calciatore insomma, l'Udinese ha dato il via anche alla sua carriera da allenatore e chissà che un giorno non possa tornare di nuovo a sedere sulla panchina friulana.


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