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AIC, Calcagno e il no ai ritiri collettivi: "Se c'è un positivo bisogna fermare tutta la squadra"

di Stefano Pontoni

"Nella stesura degli ultimi protocolli non ci hanno coinvolti, ma molte osservazioni da noi rivolte poi alla fine sono stati accolte. C'è unità d'intenti". A parlare è Umberto Calcagno, vice-presidente dell'AIC che ha rilasciato una intervista ai microfoni di 'Radio Kiss Kiss Napoli' nel corso della quale s'è detto soddisfatto per i passi in avanti che si sono registrati nelle ultime ore.
Adesso, l'ultima criticità da risolvere per il mondo del calcio sono i ritiri collettivi: "Questa è una criticità che speriamo di risolvere. Ovvio che in caso di positività di un calciatore durante le competizioni, con il ritiro, la squadra coinvolta non potrebbe continuare a partecipare al torneo".
Sulla posizione dei calciatori, Calcagno ribadisce che la volontà generale è quella di tornare a giocare: "I calciatori vogliono giocare, bisognerebbe evitare però le strumentalizzazioni. Vogliamo tornare alla normalità. Però non a tutti i costi. Poi ognuno ha la sua personale percezione del pericolo, noi invece abbiamo la responsabilità delle decisioni".
Sulla maggiore probabilità di infortuni: "Qualche rischio in più è fuori dubbio che ci sia. Il periodo di sosta è stato lungo, è una problematica che dovremo affrontare".


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