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Abete: "Per gli stadi non c'è bisogno di una legge, come ha fatto l'Udinese..."

di Marco Grillo

Giancarlo Abete, intervistato da Radio Deejay, è intervenuto sulla questione stadi in Italia, uno dei problemi che affligge il nostro calcio, sempre più obosoleto e fatiscente, e sulla questione post Prandelli, che ha deciso di lasciare la Nazionale al termine del Mondiale brasiliano. Ecco le sue dichiarazioni:  "Non c'è nessuna urgenza da approfondire. Il ct ha detto una cosa di un'ovvietà assoluta, ovvero che non è ipotizzabile che una decisione venga presa dopo il Mondiale, non va bene nè a lui, nè alla Federazione. Per cui, con spirito positivo e all'interno dell'ottimo rapporto che c'è, faremo chiarezza prima, che sia a febbraio, marzo o aprile. Siamo soddisfatti di aver già staccato il biglietto per il Brasile, le qualificazioni  sono un torneo molto corto e arrivare al risultato con due giornate d'anticipo è come vincere uno scudetto alla 30a o alla 32a giornata. C'e' soddisfazione ma piedi per terra. Per quanto riguarda gli stadi non c'è bisogno obbligatoriamente di una legge statale. Basti vedere quello che ha fatto la Juventus e che sta cercando di fare l'Udinese. Noi speriamo che la legge venga approvata nel più breve tempo possibile per accelerare le procedure e non far gravare tutti i costi sui bilanci delle società. Ma, ripeto, è anche possibile prendere iniziativa a prescindere dalla legge".


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