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QUI VERONA - Mandorlini: "Un 2013 bellissimo. Penso già all'Udinese"

di Francesco Digilio

Si è ricaricato in famiglia, tra una passeggiata in riva al mare e una battuta di caccia con gli amici. Andrea Mandorlini ha già mandato in archivio il 2013, adesso si pensa solo al 2014. Ieri pomeriggio Toni e compagni hanno ripreso la preparazione in vista della sfida con l'Udinese. Il momento giusto per fare un bilancio degli ultimi dodici mesi. "Un anno bellissimo - racconta - che ha segnato la mia vita e la mia carriera. Sì, è vero, l'Hellas era stato costruito per salire subito ma vincere il campionato non è facile. La nostra promozione in A mi ha regalato un'emozione incredibile".

Da una parte la gioia sportiva, dall'altra il dolore privato...
"Un sacrificio sull'altare delle vittorie. Sportivamente parlando il 2013 mi ha dato tutto, umanamente devo ammettere che ho sofferto tantissimo. Prima la scomparsa di mio fratello Paolo, poi la morte di Giovanni Martinelli. In questi giorni di vacanza sono andato a rileggere i messaggi che il presidente mi ha mandato in questi anni, mi sono commosso. Martinelli ha dato tanto al Verona, ha dato tanto anche a me. Mi è sempre stato vicino, anche nei momenti difficili. Non potrò mai dimenticarlo".

Perchè Verona ama Mandorlini?
"Perchè questa è casa mia, un feeling nato subito, pochi giorni dopo il mio arrivo. Sono fatto così, quando intorno a me sento rispetto, fiducia, stima, dò sempre il massimo".

Il contratto di Mandorlini è in scadenza...
"Non m'interessa e non ci penso. Vivo alla giornata, ho già spostato l'attenzione sulla prossima partita con l'Udinese, vado avanti per la mia strada. Qualche anno fa ho detto che avrei voluto seguire l'esempio di Osvaldo Bagnoli e rimanere all'Hellas tanti anni. Non ho cambiato idea adesso, vorrei restare qua per sempre".

Dove può arrivare il Verona?
"Il più in alto possibile ma in questo momento non tolgo gli occhi e la testa dal nostro obiettivo, noi puntiamo solo alla salvezza. Parlare di Europa adesso porterebbe solo scompiglio nel gruppo e nell'ambiente".

Mandorlini ha dimostrato di poter allenare in A...
"Sono contento ma non mi piace parlare di rivincite. Cos'è mancato prima? Non lo so, molta gente parla senza conoscere i fatti, bisognerebbe vivere tutte le situazioni. Sicuramente ero in credito per quello che avevo dato e fatto negli anni precedenti ma mi sono sempre rimesso in gioco, sempre con passione, perchè alla base di tutto c'è la mia passione per questo gioco. Ora mi godo i 29 punti fatti con il mio Verona".

Un Natale felice, tutto è cambiato rispetto a un anno fa...
"Una catena di cose negative tutte insieme però sono ancora convinto di una cosa, le squalifiche sono arrivate perchè mi chiamo Mandorlini e perchè allenavo il Verona, c'è stato un vero e proprio accanimento contro di me. La lezione mi è servita, le cose sono cambiate, anche il rapporto con la società, con il presidente. Il calcio italiano brucia tutto in fretta, invece ci vuole tempo per costruire qualcosa di importante".

Peccato per il derby...
"Abbiamo perso una partita, non abbiamo giocato bene ma ci sta. Poteva finire zero a zero, abbiamo preso gol a venti secondi dalla fine. In questo calcio gli episodi fanno la differenza contro il Chievo la fortuna ci ha voltato le spalle. Sicuramente potevamo fare meglio ma la tensione ci ha giocato un brutto scherzo".

Chi vince il campionato?
"La Juve è la favorita e lo sta dimostrando ancora una volta. La Roma non ha mai perso e insegue a cinque punti di distanza, vuol dire che i bianconeri vanno fortissimo. Hanno investito, hanno seguito un progetto, hanno scelto i giocatori non solo in base alle loro qualità tecniche e umane ma anche seguendo i consigli di Conte. Hanno struttura importante, non vedo nessuno, almeno in questo momento, in grado di competere con loro".

Però le italiane in Europa fanno fatica...
"I risultati dicono questo anche se il Napoli, pur avendo fatto tanti punti, è stato eliminato dalla Chanpions. L'ho detto tante volte il campionato italiano non è bello ma è molto difficile, i tecnici sono molto preparati, devi affrontare squadre che adottano moduli diversi, c'è grande determinazione. Probabilmente questo in Europa non basta più, bisogna fare i conti con tanti campioni con un livello qualitativo importante. Cambiano anche gli equilibri".

L'anno prossimo ci saranno i Mondiali, cosa farà l'Italia?
"In questo momento non è facile fare una previsione, l'Italia è un'incognita e non è stata inserita tra le favorite ma tutte le volte che la Nazionale parte a fari spenti poi regala grandi Mondiali. Magari succede così anche quest'anno e poi mister Prandelli in panchina è una garanzia".

Inizia il mercato, come cambierà il Verona?
"
Vorrei che si cambiasse il meno possibile, il gruppo è sano, i giocatori possono dare qualcosa in più. Certo che si può sempre migliorare e Sogliano sa che cosa fare".

Giochiamo al fantacalcio, disponibilità infinita e tanti milioni di euro, chi comprerebbe Mandorlini?
"Dico Ribery, un grande. Tra l'altro ha giocato nel Bayern con Toni e si capiscono al volo. Sai che tridente là davanti: lui, Luca e Iturbe. Però deve vincere la concorrenza di Jankovic, Gomez e Martinho...".


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