QUI TORINO- Possibile imitare il modello Udinese?
E' possibile imitare il modello Udinese all' interno del panorama Torinese? E' questa la domanda posta da Toronews.net ad un famoso psicologo granata che così ha risposto:
"Giusto ieri parlavo con uno dei miei pazienti abituali che, come ogni settimana, è venuto a farmi visita. Il discorso si è concentrato, ovviamente, su Udinese-Torino e dopo avermi fatto la sua solita analisi tecnico-tattica ha poi spostato l’attenzione sul tanto amato e stimato ‘’modello Udinese’’, ossia quella tipologia di gestione societaria che consiste nel dotarsi di un centinaio di osservatori che si occupano di visionare decine di campionati a tappeto al fine di scovare talenti per farli crescere e rivenderli realizzando plusvalenze su plusvalenze. In questo modo l’Udinese è una delle poche società a generare un vero e proprio fatturato e tutto sommato i risultati ottenuti negli ultimi anni non sono affatto male, anzi… L’altra faccia della medaglia è però che, tolti Di Natale e Domizzi (che per altro in una inevitabile fase calante della carriera), non ha in rosa giocatori che vi militino per più di due o tre stagioni e dunque i tifosi non hanno la possibilità di affezionarsi ad un gruppo di giocatori, senza contare che non sempre gli osservatori trovano dei futuri fenomeni.
Il mio paziente si chiedeva se questo modello fosse realmente realizzabile qui a Torino. Si immaginava un Toro composto da una serie di giovani stranieri e pronto a cedere i pezzi pregiati al miglior offerente e si chiedeva come reagirebbe la piazza se ad una sessione di mercato, ad esempio, venissero venduti i tre giocatori più rappresentativi nel giro di pochi giorni viste le reazioni avute in passato quando ciò è avvenuto. I miei pazienti accetterebbero un discorso del tipo: ‘’ vendiamo Tizio a 50 milioni e ne reinvestiamo 10 per prendere 5 scommesse all’estero, e se va male, comunque siamo in attivo’’? La sua personale conclusione è stata che non vedrebbe di buon occhio questo modello applicato al nostro Toro, se non in misura molto ma molto più contenuta.
Sarebbe interessante capire se, per i miei pazienti, sia più importante una squadra ad un livello più alto o avere la possibilità di avere dei simboli in squadra. Sia chiaro, il paragone andrebbe fatto con un Toro più competitivo di quello attuale, ma comunque credo di aver reso l’idea."