.

Un sinistro mai sazio

di Simone Narduzzi

A certi capolavori ci aveva abituato da tempo, sin da quando in Friuli, a suon di interpretazioni altisonanti aveva dissipato la scomoda ombra di un regista sudamericano, un visionario del pallone, un certo David Pizarro. Giunto in sordina, ma con l'eredità di un numero 4 che lasciava trapelare grandi attese visto l'illustre predecessore (l'ex capitano Valerio Bertotto), se ne andrà con la casacca numero 21 e l'accusa di essere, tralasciando turpiloqui e frasi sicuramente poco carine, un cosiddetto "mercenario". Eppure Gaetano D'Agostino, 31 anni e non sentirli, torna di gran carriera sul tabellino dei marcatori della scorsa giornata di Serie B con una punizione da Oscar, il suo marchio di fabbrica. Un mancino che si insacca là dove Guarna non può nulla accompagna il Siena alla vittoria ottenuta ieri all'Artemio-Franchi ai danni del Bari, risollevando, quindi, i toscani dopo la beffa in extremis ottenuta sul campo del Novara. Gallina "vecchia" fa buon brodo, verrebbe da dire. Eppure, come accennato in precedenza, l'atleta palermitano non è nuovo a certe prodezze. E qui occorre tornare indietro di qualche anno, a quelle che sono le origini del dissidio ancora attuale tra l'allora regista bianconero e i suoi ex tifosi friulani. Siamo nell'estate 2009, forse all'apice della carriera di un giocatore che vede affiorare offerte, ipotetiche o concrete, da parte di club importanti: si parla, infatti, di Juventus e Real Madrid! La volontà del fantasista pare chiara, e l'episodio segnerà un crocevia importante in una "love story", quella con le zebrette, che da lì in poi conoscerà poche e mere soddisfazioni. In ogni caso il tutto sfocerà con un nulla di fatto e dopo una nuova stagione, questa volta a corrente alterna, fra le righe dei friulani, D'Agostino approderà in Toscana, vestendo le maglie di Fiorentina prima e Siena poi (salvo una breve parentesi a Pescara nel corso della scorsa stagione).

I giocatori cambiano, la maglia resta, si dice. Mi verrebbe da aggiungere, le maglie cambiano, i piedi restano. Ed è anche questo quel che conta, è questo quello che Gaetano D'Agostino ci sta dimostrando con il suo mancino sempreverde.


Altre notizie