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Udinese, l'ex Di Natale: "Il no alla Juve una scelta di cuore"

di Francesco Maras

Antonio Di Natale ha parlato a TV12 a margine della presentazione dell'autobiografia di Andrea Carnevale al Teatro Nuovo Giovanni da Udine. Sulla stagione dei bianconeri ha detto: "Devo dire che l'Udinese ha fatto un bel percorso, ha 44 punti e forse ne poteva fare qualcuno di più, però penso che si possa essere soddisfatti. Quando dico che poteva fare qualcosa in più intendo i punti in classifica in generale, non la qualificazione in Europa, dove obiettivamente ci sono squadre più attrezzate al momento".

Di Natale ha parlato anche della stagione di Sanchez e dei loro trascorsi come compagni di squadra: "Sanchez è un ragazzo eccezionale, tornato a Udine per fare grandi cose, con tanta voglia. Poi, anche se lui vuole sempre giocare, le scelte le fa il mister. Non posso sapere com'è il rapporto tra loro, quello lo sanno solo i protagonisti, ma posso dire che Sanchez può ancora dare una mano l'Udinese ed è un giocatore che non si discute. Ho un grande ricordo di tutti i miei anni In Friuli, ma sicuramente quelli con lui sono stati spettacolari, perché alla fine arrivavamo sempre in Europa, alle fasi finali della Coppa Italia ed eravamo davvero una grande squadra. Sì, conservo un gran bel ricordo di quegli anni, eravamo l'Atalanta di adesso. Non penso che il calo sia avvenuto perché mi sono ritirato io visto che sono partiti altri grandissimi giocatori. Sì, è stato un bellissimo periodo, che non sarà semplice ripetere".

Le prestazioni del capitano dell'Udinese all'epoca lo fecero entrare nel mirino di grandi club come la Juventus, ma Di Natale non ha dubbi: "Resto sempre estremamente orgoglioso di quel che ho fatto a Udine e della scelta di restare in Friuli. Anche quando sono andato via da Udine avevo altre offerte per continuare a giocare, ma ho voluto chiudere la mia carriera qui. Auguro al club di tornare in Europa per rivivere le emozioni che abbiamo provato quando giocavo io. Il no alla Juve è stato una cosa fatta con il cuore, non ho voluto pensare ai soldi, ma soltanto al rispetto della famiglia Pozzo. Non mi sono mai pentito di questa scelta, anche perché ho creato dei rapporti incredibili e straordinari con la piazza e i tifosi. È stata una scelta di vita importante per me per la mia famiglia".


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