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Spalletti: "Ho ricordi stupendi di Udine. Guidolin è l'ideale. Muriel e Totò..."

di Davide Rampazzo

Luciano Spalletti è stato il primo protagonista di EuroUdinese, la nuova rubrica curata da Udinese Channel. L'attuale allenatore dello Zenit San Pietroburgo allenò per la prima volta la squadra friulana nella stagione 2000-2001 e la condusse ad una difficoltosa salvezza ma fece i miracoli negli anni successivi. Alla fine della stagione 2004-2005 si accasò alla Roma con la qualificazione alla Champions League in tasca. I suoi ricordi, riportati da Tmw. "Ho ricordi stupendi ad Udine, è stato il mio trampolino e ancora oggi sostengo che i Pozzo sono i migliori a fare calcio in Italia. Per noi allenatori può sembrare complicato gestire tanti giovani che ogni anno cambiano ma la fortuna è che sono quasi sempre di qualità; anche se in percentuale il minimo rischio di errore c'è. Gino è cresciuto tantissimo e ancora oggi capita di sentirlo. La nostra Europa fu una conquista unica. Ricordo la gente felice e lo stadio pieno".

Spalletti parla anche del presente e dell'attuale tecnico friulano, Francesco Guidolin. "E' l'allenatore ideale per Udine. Capisce al volo quello che vuole la società ed è unico a far amalgamare tanti giovani tutti insieme. Spero per lui e per i Pozzo che continuino la loro avventura perchè sarebbe un errore separarsi. Quando eravamo ad Empoli ebbe una grandissima intuizione su Gautieri. Lì capii che avevo di fronte un grande allenatore".

Spalletti analizza anche gli attaccanti dell'Udinese e si sofferma su Muriel. "E' un grandissimo calciatore con un fiuto del gol straordinario. Si divertiranno ad Udine con lui, anche se credo che è giusto che prima o poi continui la sua carriera in grandi club e in città di prestigio, come è già capitato ad altri suoi colleghi. Ad Udine non possono pretendere di trattenere calciatori che dopo la fase di maturazione cercano ingaggi importanti e piazza più prestigiose. Muriel è inaccessibile già per diversi club. Di Natale? Mi ricorda Totti. Ha sfruttato il 50% del suo potenziale. Il mio secondo lo conosceva bene perchè lo aveva allenato da ragazzino e, sin dal primo giorno, mi disse che avevamo di fronte un campione".

La chiusura di Spalletti è malinconica. "Mi spiace per come ci siamo lasciati con i Pozzo e con il patron. Non abbiamo avuto il tempo di dirci Grazie. Questo è l'unico rimpianto. Spero che loro conservino lo stesso mio ricordo: eccezionale. Vista l'intervista credo e spero che gli sia rimasto un pò nel cuore".


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