Pepe: "Domenica non c'è partita, ma solo sulla carta. Fofana ha personalità, Delneri maestro della fase difensiva"
Domenica ci sarà Udinese-Juventus e Il Messaggero Veneto ha intervistato uno dei tanti doppi ex della sfida, Simone Pepe, che ha vissuto splendidi momenti con entrambe le maglie bianconere: "L’Udinese e la Juve sono le squadre della mia carriera. Pure il Teramo. Lì ho cominciato. Ma il top per me sono state Udinese e Juventus, come squadre e come club. Non a caso sono le uniche due in Italia che hanno lo stadio di proprietà".
Pepe, nella sua prima stagione alla Juve in panchina c’era un certo Delneri. Che ricordo ha del tecnico friulano?
"Il mister è una bravissima persona e un bravo allenatore. Abbiamo avuto un rapporto da dieci e lode. Quella stagione non è stata positiva, ma più per colpe nostre che sue. Erano arrivati tanti giocatori dall’Udinese, dal Bari e dal Cagliari: un conto è giocare in queste squadre, un conto è farlo alla Juve. In provincia ti danno il tempo e ti aspettano, a Torino no".
E infatti dopo il punto fatto tra Atalanta e Lazio si parla di crisetta juventina...
"È così. Tutti parlano, ma conoscendo l’ambiente Juve so che sanno come gestire queste situazioni. Quando arrivai a Torino mi sentii dire che dovevamo vincere perché l’avevano fatto quelli che mi avevano preceduto e l’avrebbero fatto quelli che sarebbero arrivati dopo".
Senza i due rigori sbagliati da Dybala la Juve sarebbe a due punti dal Napoli.
"Appunto. E se vince la gara di ritorno con lo Sporting è già agli ottavi di Champions League. Adesso Higuain è un problema, Dybala non deve più calciare un rigore. Non si possono mettere in discussione due così".
Dopo sei scudetti di fila non sarebbe fisiologico un calo? Bergomi sostiene che il calo ci sarà e che sarebbe pazzesco vincere il settimo scudetto di fila. Cosa risponde?
"Che alla Juve vogliono proprio fare qualcosa di pazzesco, di impossibile".
Lei è stato allenato da Conte e da Allegri, due allenatori molto diversi ma vincenti.
"In Italia più che altrove conta solo il risultato. Puoi giocare male, ma poi vai a vedere solo l’almanacco. Loro hanno vinto e quindi sono due allenatori forti. Punto e basta".
L’Udinese non riesce a essere continua nemmeno nell’arco di una singola partita. Pensiamo alle gare con Torino, Roma, Fiorentina. Che idea si è fatto?
"Che ci sono tanti giocatori nuovi e che non è facile ricominciare ogni anno da capo. Per creare il giusto amalgama serve qualche mesetto".
Domenica sulla carta non c’è partita...
"Sulla carta, ma poi il campo è un’altra cosa".
Per esempio?
"Ci sono gli episodi che possono indirizzare una partita. Poi è evidente che se entrambe le squadre si esprimono al top vince la Juve, ma non è detto"
Allegri l’altra sera dopo la gara di Champions ha detto che alcuni suoi giocatori non sono al meglio della condizione. Ecco, se l’Udinese tiene i ritmi altissimi si apre uno spiraglio per i friulani?
"Quando giocavo nell’Udinese e affrontavamo le big sapevamo che dovevamo fare la partita impeccabile per prendere i tre punti. Sarà sempre così".
La Juve scenderà in campo conoscendo il risultato di Napoli-Inter.
"Conta zero. Qualunque risultato esca dal San Paolo la squadra di Allegri deve vincere".
L’Udinese ha sempre segnato almeno un gol nelle prime otto gare, ma ne subisce troppi.
"Delneri è un maestro della fase difensiva. Se i ragazzi lo seguiranno il reparto arretrato si assesterà".
Anche la Juve prende troppi gol. Sbagliato ridurre la spiegazione con la cessione di Bonucci?
"Assolutamente sì. I giocatori che da soli spostano gli equilibri sono solo due: Messi e Ronaldo. Un buon giocatore in una squadra che funziona può diventare ottimo e se è ottimo può diventare super, ma da solo non fa la differenza. Magari certi errori la Juve li faceva anche negli anni scorsi ma gli avversari non li sfruttavano».
Può essere l’anno del Napoli?
"Gioca bene la squadra di Sarri, bisognerà vedere se saprà gestire la pressione da qui in avanti. Il campionato è lungo".
D’Agostino dice che all’Udinese i talenti ci sono ma manca lo zoccolo duro.
"Sono perfettamente d’accordo. E comunque quella era una squadra forte: Pozzo ci ha venduti tutti, ma proprio tutti, a cifre importanti"
Il giocatore dell’Udinese che la intriga di più?
"Fofana. Ha forza, tecnica e soprattutto personalità. Senza quella oggi non giochi".