Paolino Poggi anticipa Roma-Udinese
Fonte: gazzettagiallorossa.it
A “La Città nel Pallone” in onda su Radio Ies è intervenuto Paolino Poggi ex attaccante friulano che ha indossato la casacca bianconera dal 1994 al 2000 realizzando 50 reti in 233 presenze, ma che ha anche avuto una breve parentesi alla Roma nella stagione scudettata 2000-2001 con 11 presenze.
Da doppio ex come vedi la gara di domenica sera?: “La Roma sta' cercando e trovando continuità, il che gli può garantire un ruolo importante nel campionato. Deve continuare su questa strada per dare fastidio a tutti. Ha delle individualità importanti, ora sta' anche iniziando ad esprimere le idee dell’allenatore: questo può farla diventare un top team. L’Udinese ha qualche problema in più; deve ritrovare lo spirito delle ultime stagioni. Soprattutto Di Natale deve tornare ad essere il bomber principe”.
A Roma hai giocato per mezza stagione, ma sei arrivato nel migliore momento della storia recente giallorossa. Totti è l’unico rimasto di quella squadra, quale è il tuo pensiero sul Capitano?: “Per me giocare in quella Roma è stato un grande privilegio, al di là del fatto che ho conosciuto persone splendide in società, ho avuto fortuna di allenarmi con grandi campioni. Ogni allenamento era un esame: confrontarsi con quella gente era dispendioso anche a livello mentale, ma rimane la consapevolezza di aver giocato con una squadra con pochi rivali negli ultimi dieci anni. Sprecherei parole a commentare Totti, un giocatore immenso. Non è commentabile quel che ha fatto e che farà ancora”.
Si dice che nello spogliatoio della Roma ci sia poca serenità. Anche nella Roma dello scudetto lo spogliatoio non era così unito?: "Non eravamo ‘boy-scout’, in quella squadra c’erano tanti giocatori di forte personalità, quindi era intevitabile qualche scontro. Ma sul campo la qualità fa la differenza, bisogna remare tutti nella stessa direzione e tutti volevano vincere”.
Questa tensione può diventare l’arma in più?: “Non è necessario essere tutti amici in uno spogliatoio. Al contrario è necessario voler vincere tutti la domenica. Non sono necessari i baci e le carezze durante gli allenamenti, ma la squadra deve essere coesa in campo, deve voler vincere contro tutti, dai primi agli ultimi. La differenza la fanno proprio i punti contro le piccole”.
Il tuo giudizio su Zeman?: “Uno spettacolo, passano anni ma è sempre moderno. E’ sempre bello veder giocare le sue squadre”.
Come valuti la trasformazione di Totti da trequartista a centravanti?: “Totti è un fuoriclasse con qualità esagerate. L’adattamento costa poco quando si hanno le sue qualità. Poi io credo che lui stimi molto Zeman, quindi si adatta molto alle sue idee. E’ importante lo spirito di adattamento, quando c’è quello si cambia facilmente ruolo. Ma alla base di tutto c’è la grande qualità di Totti”.
“Da numero 9, come valuti questo cambiamento?: "Si dimostra di essere leader con gli esempi. Francesco è uno di quelli che non ha mai fatto grosse polemiche. Si adatta da sempre a tutto, perchè può farlo, e se lo fa lui lo possono fare gli altri. Per vincere bisogna lavorare come lui, a testa bassa”.
Cosa succede a Guidolin? E' in crisi dopo l’eliminazione dal preliminare di Champions?: “L’Udinese è una provinciale, e come tale è destinata ad avere dei cicli. Dopo ottime annate è normale vivere un momento di pausa, il rendimento si sta abbassando, ma è destinata a tornare in alto. Ormai è una squadra temuta nella nostra Serie A. E’ una fase, ma non vedo nulla di preoccupante. E’ normale un momento di calo”.
L’Udinese può essere un esempio per il calcio italiano? Udine è una città ideale per lavorare?: “Sicuramente è un luogo ottimo per lavorare. I tifosi hanno la consapevolezza che l’Udinese non vincerà mai lo Scudetto né retrocederà, quindi sanno aspettare. Le strategie di mercato sono un esempio da seguire. I friulani fanno così da metà anni 90, la società ha guadagnato molto. Ha una rete di scout importante, punta poco sul mercato italiano ma fornisce spunti importanti da copiare”.
Hai notato che l’Udinese alza il prezzo dei suoi giocatori quando si trova a trattare con società come la Roma? “Forse saranno delle strategie di mercato, non lo so. Esistono strategie e cooperazioni tra società che noi non conosciamo”.
Tu hai giocato con Batistuta, trovi delle somiglianze con Osvaldo? “Forse in alcuni dettagli tecnici, come l’acrobazia. Bati, però, aveva una cosa che pochi hanno: una forza sovraumana, che metteva in ogni cosa faceva, dallo scatto al tiro in porta”.
Un pronostico sulla sfida di domenica: “Vedo la Roma leggermente favorita”.
Non hai mai segnato con la Roma. Quanto ti ha pesato questa cosa?: “Immensamente (ride ndr)”.