Muzzi: "Zapata fortissimo, felice della mia nuova esperienza in Grecia. Sono ancora affezionato all'Udinese"
Roberto Muzzi resta il giocatore più pagato della storia dell'Udinese, visti i 20 miliardi di lire che Pozzo spese per acquistarlo dal Cagliari. Ai microfoni del Messaggero Veneto, l'ex attaccante bianconero ha parlato del suo presente, come vice di Stramaccioni al Panathinaikos, e del presente dell'Udinese, partendo però dal passato, quando indossava la maglia bianconera: "Andavo con amici in pizzeria al Delfino Blu a Plaino, due passi da casa mia. Quando chiudevano, organizzavamo dei tornei di ping-pong: che discussioni, quante prese in giro, ma che bei ricordi. Con il Panathinaikos siamo primi in classifica, l’Olympiakos è a un punto. Il livello del campionato è alto, ci sono degli ottimi giocatori sia a livello fisico che tecnico. Ne verranno fuori di giovani di valore vedrete. La nazionale greca ha vissuto una parentesi difficile, ma si stanno già riprendendo. La crisi economica? Noi onestamente non la vediamo. Viviamo un po’ fuori da Atene, ma il centro sportivo è bellissimo, i pagamenti puntuali e gli stadi sono sempre pieni. Io e Stramaccioni abbiamo detto sì a un progetto tecnico di tre anni".
Muzzi, dal trasporto che si percepisce dal suo tono di voce si capisce l’entusiasmo per questa sua nuova professione. Ma come mai ha deciso di fare l’allenatore?
"Non ve l’aspettavate eh? Io ho due figli Nicholas e Ramon, adesso hanno 20 e 18 anni. Il primo gioca in Lega Pro nel Racing Club di Roma il secondo nella primavera della Lazio. Ai tempi in cui ero a Udine giocavano nel Feletto. Quando mi sono trasferito a Torino, li avevo tesserati nelle giovanili granata dove ad allenare c’era un tecnico, Armando De Maria, che mi incuriosiva perchè faceva delle cose diverse da tutti gli altri. Ho cominciato a seguirlo, a studiare le sue metodologie e mi sono appassionato".
Qualche anno fa sembrava dovesse tornare a Udine per allenare nelle giovanili. E invece?
"Sì, con tutta la famiglia avevo preso in considerazione l’idea di tornare a vivere a Udine. Incontrai Andrea Carnevale per capire se c’erano delle possibilità, ma poi non se n’è fatto nulla. E così sono definitivamente rientrato a Roma».
In giallorosso ha anche vissuto un’esperienza in prima squadra. Com’è stata?
"Abbiamo perso la finale di Coppa Italia con la Lazio che ha pesato in maniera decisiva nelle scelte della società. Avessimo vinto probabilmente Andreazzoli sarebbe stato riconfermato e chissà, la mia storia avrebbe preso una piega diversa".
L’aggancio da parte di Stramaccioni?
"Quando lui allenava gli Allievi della Roma io avevo appena cominciato con gli esordienti. Andavo a seguire quando potevo i suoi allenamenti per imparare. Poi lui è andato all’Inter e ci siamo risentiti quando ha accettato la proposta dell’Udinese. Voleva avere da me informazioni dell’ambiente bianconero, conoscere un po’ tutte le situazioni".
Strama è durato un anno solo a Udine...
"E ancora adesso mi chiedo il perchè. Tenendo conto che in Friuli era appena finito un ciclo, il suo bilancio poteva considerarsi comunque positivo. Adesso che ho cominciato a lavorare con lui sono sempre più convinto che uno come Andrea è l’allenatore ideale per una piazza come Udine".
Qui dicono che aveva un rapporto un po’ difficile con i senatori: Di Natale, Pinzi, Domizzi...
"Mi sembra strano. Ad Atene i giocatori che da tempo erano al “Pana”, li ha tenuti e li ha valorizzati. Stramaccioni oggi ha 40 anni e ha già allenato Inter, Udinese e Panathinaikos. Questo significa solo una cosa: che è bravo. Fossi in Pozzo un giorno gli darei un’altra opportunità a Udine".
Due anni fa quando fu scelto per allenare l’Udinese Stramaccioni vinse la concorrenza di Delneri che da lunedì è il nuovo tecnico bianconero.
"Non conosco di persona Delneri, ma ne ho sempre sentito parlare benissimo. Mi auguro che possa fare bene, all’Udinese sono rimasto molto affezionato, ho ancora molti amici qui".
Se dovesse indicare un giocatore che in questo campionato potrà risolvere molti problemi a Delneri chi indicherebbe?
"A me piace tanto Zapata. Quando sta bene fisicamente è un iradiddio, diventa quasi incontenibile. Come me? Lasciamo perdere i paragoni, però credetemi: se sfruttato bene Zapata è un giocatore che può segnare tanti gol".
Oggi alla società viene imputato il fatto di aver smantellato completamente il blocco italiano e di non aver pensato a sostituirlo. Analisi corretta?
"Io credo che in una rosa ci debba essere uno zoccolo duro di calciatori che trasmettano i valori della società e che aiuti i giovani a crescere, specialmente in una società come l’Udinese dove ci sono tanti stranieri. E poi con uno che ha allenato nel vivaio sfondate una porta aperta. Io sono per i calciatori italiani. A Udine si può puntare anche su italiani che hanno bisogno di essere rivalutati dopo esperienze negative in club di prima fascia".
E tra i giovani stranieri appena arrivati chi la incuriosisce?
"Mi dicono che Peñaranda ha qualità non comuni".
La prossima avversaria dell’Udinese è la Juventus. Allegri ha già vinto lo scudetto?
"Assolutamente no. La strada è lunga. Che poi la Juve sia la favorita questo è vero ma Roma e Napoli potranno renderle la vita dura fino alla fine".
E in Champions League?
"Anche lì i bianconeri possono dire la loro fino alla fine. Diciamo che possono arrivare tra le prime quattro".
Ultima domanda amarcord: lei a Udine ha avuto De Canio, Ventura, Hodgson e Spalletti. Il più bravo?
"Sicuramente Spalletti. Oggi Luciano è uno dei primissimi allenatori italiani. Ventura non è stato fortunato nella sua esperienza friulana, ma la sua carriera dice che ha fatto bene in parecchie piazze. E anche con De Canio al primo anno facemmo bene".