Morgan De Sanctis, da Guardiagrele alla Nazionale: "Parai un rigore a Vieri, oggi mi impegno per l'Aic"
Fonte: www.laroma24.it
Morgan De Sanctis ripercorre le tappe più importanti della sua carriera, da quando ha indossato per la prima volta i guantoni a sei anni, fino a quella che lui stesso definisce come la sua (forse) ultima tappa: Roma.
Sono diversi gli spunti interessanti che possono essere presi in considerazione per descrivere la storia di questo importante portiere che, partito da un piccolo paesino dell'Abruzzo in provincia di Chieti, Guardiagrele, è arrivato a vestire la maglia dell'Italia.
Uno dei momenti più significativi della sua allora giovane carriera risale ai tempi in cui De Sanctis vestiva la maglia del Pescara: “Sul campo neutro del San Camillo a Mare, mi trovai di fronte il Venezia di Bobo Vieri e il destino volle che parai un rigore al futuro attaccante della Nazionale: piedi a terra e cuore oltre l’ostacolo. La favola cominciava e io già capivo che per alimentare certi sogni non bisognava smarrire l'umiltà”.
Il portiere abruzzese si concede quindi una rapida carrellata della sua lunga esperienza da professionista, partita proprio con la squadra dei Delfini nel 1994: “La mia professione mi ha consentito di viaggiare tanto e accumulare esperienze importanti: dalla Juventus al Napoli, passando per l’Udinese, il Siviglia in Spagna, il Galatasaray in Turchia, in parallelo tutte le giovanili dell'Italia fino alla Nazionale maggiore. Tante maglie per un luogo comune: il cuore dello spogliatoio, dove ho sempre cercato di entrare con rispetto nei confronti dei miei compagni, ricevendone altrettanto”.
Il numero uno giallorosso si è concentrato però anche sul suo ruolo all'interno dell'Associazione Italiana Calciatori: “In questi anni ho coltivato molti interessi, mentre difendo la porta della Roma, cerco di fare altrettanto con i diritti dei miei colleghi nel ruolo di consigliere federale e consigliere AIC, l'associazione di tutti i calciatori che giocano in Italia. In questo ambito sono anche vicepresidente della Onlus Aic, un’organizzazione che tenta di aiutare ragazzi bisognosi, i giovani sportivi meno fortunati, senza dimenticare gli ex calciatori a cui la sorte ha voltato le spalle. Sono quelli che la vita ha messo di fronte a una serie di calci di rigore; provare a pararne uno è un dovere, un impegno e una responsabilità”.