Lazio, Mauri: "Il carcere mi ha cambiato la vita..."
“La vicenda scommesse mi ha cambiato. La squalifica sportiva e soprattutto il carcere sono cose che mi hanno segnato profondamente e mi resteranno dentro”. Così Stefano Mauri inizia una lunga intervista concessa alla Gazzetta dello Sport. Questa stagione quasi una seconda giovinezza: 6 gol in campionato e record personale di reti a un passo. Ma anche grandi prestazioni, alla soglia dei 35 anni: “Non c’è un segreto, credo dipenda dal mio carattere. Sia in partita sia in allenamento sono sempre riuscito a concentrarmi sul mio lavoro. Senza farmi condizionare dal resto. E poi, forse, tutta questa storia mi ha fatto apprezzare ancora di più quanto sia bello giocare a calcio. Non mi era mai capitato di essere a questo punto della stagione il giocatore col maggior numero di reti della mia squadra. Il tecnico mi fa giocare da trequartista o da attaccante esterno e da lì è più facile segnare. E poi anche l’esperienza aiuta. Adesso corro meno, ma mi trovo sempre al posto giusto al momento giusto”.
Mauri parla senza paura anche dell’esperienza in carcere: “Entri in contatto con un mondo che, finché non lo vivi, non puoi neppure immaginare. È qualcosa che però ti fortifica anche. Perché poi dopo non ti fa paura più nulla. Continuo a essere fiducioso che la verità venga a galla. L’inchiesta di Cremona credo sia alle battute finali. Spero nel proscioglimento, ma temo che avrò il rinvio a giudizio. Se così sarà affronterò il processo serenamente, convinto di poter dimostrare la mia estraneità. Col senno di poi eviterei di fare alcune cose”.
Quali sono i compagni più forti con cui ha giocato Mauri? “Klose, campione straordinario e compagno di squadra fantastico. In allenamento è uno che ti spiega i movimenti da fare, ti aiuta a migliorare. E nel calcio c’è sempre da imparare. Poi Baggio: con Roby ho avuto la fortuna di giocare a Brescia. Ero giovane, quanto ho imparato da lui… Sono stato fortunato ad averlo avuto come compagno di squadra”. Dove può arrivare questa Lazio? “Questa è la Lazio più forte in cui io abbia giocato. Non so se basterà per arrivare terzi perché ci sono tante squadre in grado di centrare questo piazzamento. Ma ci siamo pure noi e faremo di tutto per riuscirci”.
Il momento della verità per la Lazio: “Ci aspetta un ciclo di ferro che può essere decisivo. Dobbiamo partire con il piede giusto. Vincere a San Siro non sarà facile, ma possiamo provarci. Vogliamo andare alla sosta conservando il terzo posto. Derby personale? Da ragazzo tifavo Milan, è vero. Ma ormai mi sento solo laziale”. Rimpianti e futuro: “Più che con la Lazio ce l’ho per la Nazionale. In azzurro ho giocato, ma non sono mai riuscito a trovare la continuità. Futuro? Ho il contratto in scadenza, di rinnovo non abbiamo ancora parlato. Ma non c’è fretta. In primavera mi vedrò con i dirigenti e decideremo assieme. Quando smetterò mi piacerebbe allenare. Credo che prenderò quella strada. Chi vince lo scudetto? Bella lotta, ma credo che la Juve abbia qualcosa in più. Penso che alla fine la spunteranno i bianconeri”.