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La rinascita di Quagliarella ed un mancato ritorno che sa tanto di rimpianto

di Federico Mariani

Max Pezzali cantava di non avere “nessun rimpianto, nessun rimorso”. Forse, è vero. Certi amori sono destinati ad infrangersi contro il trascorrere del tempo. Tuttavia, nei giorni dell’annuncio di Alexis Sanchez al Manchester United, qualche minimo tentennamento c’è. Inoltre inizia a prevalere un senso di delusione, un certo rammarico vedendo le prestazioni ancora sontuose di Fabio Quagliarella. A 34 anni, il ragazzo di Castellammare di Stabia si diverte e fa divertire il pubblico blucerchiato di Marassi. Parlano per lui i numeri: 15 gol in 20 partite. Un rullino di marcia impressionante, specialmente per un giocatore che non era certamente considerato come un possibile protagonista. Molto probabilmente, questa è la sua miglior stagione alla Sampdoria, il club a cui si è legato maggiormente e che gli ha dato di più.

Il vero rimpianto per i tifosi bianconeri sta nel mancato ritorno di Fabio ad Udine. Già perché con l’addio del totem Antonio Di Natale il rientro di Quagliarella poteva essere concreto. Ed in molti hanno sognato di rivedere ancora le prodezze del campano al Friuli. Perché non sono mai passati sotto traccia le 25 reti in 73 presenze. Gol pesanti e spettacolari, decisivi per risolvere partite importanti e raggiungere traguardi incredibili. Era l’Udinese del tridente Quagliarella-Di Natale-Floro Flores, di D’Agostino ed Inler, di Dossena, Isla e Handanovic. Una squadra con margini di crescita importanti e talenti inespressi. Il settimo posto nel campionato 2007/08 ed i quarti di finale di Coppa UEFA nell’anno seguente sono state tappe importantissime per la crescita bianconera, dando il via ad un progetto concretizzatosi nelle stagioni successive con l’arrivo di Francesco Guidolin. Tutti ci hanno sperato. Per diverse ragioni, il ritorno ad Udine non si è realizzato, ma la possibilità c’è stata eccome.

Anche per questo motivo, il rimpianto è grosso. Quagliarella sarebbe stato un faro importante del post Guidolin e del dopo Di Natale in campo. Una bussola preziosa per i nuovi arrivati, una certezza nei momenti di crisi. Esattamente quello che ha fatto a Genova dal gennaio 2016. Una mossa azzardata per gli scettici, determinante per la rinascita di un campione, la cui grandezza si era fatta opaca per qualche stagione. La Sampdoria ha avuto il merito di credere ancora in un giocatore che tanto le aveva dato in passato. Ed ora si gode i frutti della sua scelta. Sicuramente, anche l’Udinese non se la passa male in termini di risultati. Ma, non me ne vorranno gli anti-nostalgici, un velo di rimpianto resta ancora adesso, vedendo Fabio esultare dopo ogni prodezza.


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