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L'ex Udinese Lasagna: "Fare qualcosa di importante a Bari andrebbe sul podio delle mie emozioni sportive"

di Giorgia De Marchi

"Fare qualcosa di importante a Bari andrebbe sul podio delle mie emozioni sportive, non ho dubbi". Con queste parole l'ex bianconero Kevin Lasagna si racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com ed esprime la sua determinazione nel voler lasciare il segno con la maglia del Bari in questa stagione. L’attaccante, arrivato in estate in prestito con obbligo di riscatto in caso di promozione in A dal Verona, è uno dei volti di spicco della formazione, con 358 presenze e 68 gol tra Serie A e Serie B. 

Lasagna racconta le sue origini calcistiche con entusiasmo: “Ho iniziato a cinque anni nella squadra del mio paese, pensavo solo al calcio. Volevo solo palloni come regali. Oltre agli allenamenti, ogni giorno andavo nel prato di mio nonno in campagna e calciavo il pallone contro il muro per ore. Crescendo, mi sono spostato nel campetto del paese, giocavamo per cinque-sei ore al giorno”. Il suo amore per il calcio lo ha portato a San Siro, dove, accompagnato dal padre interista, ha potuto assistere al “calcio vero”.

La sua carriera lo ha visto conquistare una promozione con il Carpi e raggiungere la Nazionale. “Quando sono stato in Nazionale mi hanno impressionato per qualità Verratti e Jorginho. Poi mi ha colpito l’aspetto umano,” racconta Lasagna. “Penso a Bonucci e Chiellini. Arrivai in Nazionale da neofita e loro mi hanno accolto come se fossi un giocatore al loro livello. In questo sono stati eccezionali”.

Dopo un’annata turca con il Fatih Karagumruk, Lasagna ha scelto Bari per il suo nuovo percorso. “Bari è una piazza importante, con un gran blasone. Vedendo la storia e la presenza dei tifosi allo stadio per ogni partita casalinga, mi sono convinto rapidamente”. Appena arrivato, ha voluto trasmettere ai suoi compagni l’intento di cancellare la scorsa stagione: “Riempiendo il San Nicola, per un avversario non è mai facile. Quello stadio può far tremare le gambe; per noi può diventare il tredicesimo uomo”. E, correggendosi, aggiunge: “Dodicesimo, ma che dodicesimo…”.

Lasagna non teme di affrontare le etichette, anche quelle più pesanti. “A un certo punto ero diventato l’attaccante dei gol sbagliati. È una definizione che mi ha infastidito - sottolinea - mette in secondo piano il lavoro che cerco di fare per la squadra: tante volte costruisco azioni da gol o comunque arrivo spesso davanti al portiere, non è un caso. Sbagliare fa parte del gioco”. Il suo lavoro con Longo prevede movimento e versatilità: “Mi chiede tanto movimento, più ci si muove e meno riferimenti dai. Nel calcio di oggi tantissime squadre cercano l’uomo contro uomo. Non sempre è l’attaccante a dover concretizzare l’azione, a volte si può anche lavorare per l’inserimento di un centrocampista”.

Non a caso, il Bari è la squadra che ha mandato in gol più giocatori in B, con otto su nove reti in campionato. “Conta arrivare a segnare, se fa quattro gol di fila un difensore, noi siamo solo contenti”. Riguardo a un’invenzione come quella di Sibilli con un tacco no-look per il provvisorio 1-0 di Cremona, Lasagna sorride: “Chi deve una cena a chi? Non abbiamo ancora parlato di questo, perché speriamo sia la prima di tante combinazioni efficaci. Di certo lui ha fatto una giocata molto bella, direi che è stato più bravo di me perché era di spalle e vedermi non era affatto facile”.

Non ha dubbi sul gol più bello della stagione: “Quello che mi hanno annullato contro la Sampdoria a fine agosto, peccato perché è stata questione di centimetri”. La voce è quella di chi è cresciuto con il poster di Ronaldo in camera: “Il più forte di tutti, senza dubbi”. Proprio a San Siro contro l’Inter, Lasagna ha segnato il suo primo gol in Serie A: “Proprio contro l’Inter, in un 1-1 con la maglia del Carpi a gennaio del 2016 - ricorda - a San Siro ci sono arrivato e il sogno da bambino si è realizzato”.

Il cerchio si chiude anche con Giuseppe Magalini, direttore sportivo che, insieme a Valerio Di Cesare, lo ha portato a Bari dopo un lungo percorso: “Quando fui preso dal Chievo all’età di 11 anni, lui era il responsabile delle giovanili - racconta Lasagna - ci conosciamo da più di 20 anni. Cosa mi ha detto quando ci siamo incontrati? Era contento, mi ha detto ‘finalmente riesco ad averti in squadra come giocatore”. Un’intesa rinnovata, pronta a regalare soddisfazioni.

Lasagna sa bene che molti amanti del fantacalcio sperano in lui: “Quando giocavo in A mi scrivevano in tanti e dico che come giocatore sono quasi contrario al fantacalcio, perché a volte per un voto in più o in meno si perde di vista la prestazione. Ora c’è anche il FantaB, quindi la musica non è cambiata tanto. Però so che tanta gente lo fa e si diverte, quindi spero di regalare punti anche a loro, ai miei fantallenatori.” La voglia di dimostrare è palpabile, e Bari attende il suo contributo.


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