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L'ex Udinese Domizzi: "Ci sono le potenzialità per piazzarsi a ridosso delle grandi"

di Alessio Galetti

Maurizio Domizzi, ex giocatore dell'Udinese e attuale allenatore del Terre di Castelli (Emilia Romagna), ha rilasciato una lunga intervista ai microfoni de Il Gazzettino, affermando che l'attuale squadra bianconera presenta solo qualche analogia rispetto alla formazione nella quale l'ex difensore era titolare, che risale al 2012-13, annata in cui i friulani si qualificarono per le Coppe europee. Di seguito le sue affermazioni:

Udinese attuale e Udinese del passato: "Questa Udinese è un po' diversa dalla squadra del 2012-13, della quale io facevo parte. Forse è più esperta, essendoci diversi elementi che fanno parte delle Nazionali, ma è ancora un po' in ritardo a livello generale rispetto a quell'Udinese. Poi si vede che la squadra di Runjaic sta crescendo: mai, dopo il 2012-13, avevo visto giocare i bianconeri come oggi".

Sul sistema di gioco: "Il modulo 3-5-2, che è stato per un lungo periodo il marchio di fabbrica del club, non rappresenta più l'unico spartito che i giocatori devono rispettare. Come minimo l'Udinese di Runjaic propone due punte vere, e a volte ci sono anche tre attaccanti. Non è una squadra attendista, come lo erano state quasi sempre le formazioni degli ultimi anni: gioca, costruisce, è propositiva e aggredisce alto".

Sul piazzamento: "È ben piazzata, tra ottavo e nono posto: ha ben 8 punti in più della terzultima. Credo abbia tutte le potenzialità per conquistare un piazzamento a ridosso delle grandi, che sono irraggiungibili, almeno per ora".

Sulle individualità: "A me piace molto l'inglese Davis: è forte fisicamente, sa difendere bene la palla, ha un sinistro educato e un tiro potentissimo. Finora è stato un po' discontinuo, ma non solo era reduce da una stagione in cui aveva giocato poco per un malanno muscolare, ma anche da un altro stiramento subito nell'ultimo atto dello scorso campionato. Mi piace pure Lucca, da cui è lecito attendersi ulteriori progressi. Non parliamo poi di Thauvin, che ha personalità, tecnica ed è il leader della squadra. Ci aggiungo anche le batterie degli esterni, che sono bravi nell'uno contro uno, difendono e attaccano, dando sempre tutto. Ma è il complesso che merita consensi: ecco perchè non mi sembra cosi fuori luogo un paragone con la mia Udinese".


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