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L'ex Udinese Di Michele: "A Udine Spalletti ha portato un gruppo di sconosciuti a livello internazionale"

di Alessandro Di Lenarda

Nella lunga carriera calcistica di David Di Michele ci sono anche due tappe in bianconero. L'ex attaccante ha prima vestito la maglia dell'Udinese tra 2001 e 2002 e poi, dopo la parentesi in prestito alla Reggina, tra 2004 e 2006. Il classe '76 ha rilasciato una lunga intervista a TMW, parlando anche del suo periodo in Friuli:  "Sono sceso in campo al fianco di campioni come Totò Di Natale, ma anche Vincenzo Iaquinta. Non erano ancora i giocatori che poi sarebbero diventati di lì a poco, però in quell’anno abbiamo fatto qualcosa di incredibile, perché nessuno si sarebbe aspettato una squadra capace di spodestare le grandi e di centrare una clamorosa qualificazione in Champions League. All'inizio nessuno di noi pensava di poter fare qual cammino, ce la giocavamo con la Sampdoria di Novellino, un’altra ottima squadra".

Condividere con loro il reparto, ammette Di Michele, era particolarmente facile: "Giocare con loro due era molto semplice, ma c’erano tanti altri giocatori che rischio di scordarmi se inizio a fare nomi. La 10 a Di Natale? Delle buone spalle su cui metterla, un giocatore che in campo risolveva e che attirava gli avversari. Come anche Iaquinta, che ti portava via due uomini, quando partiva faceva i solchi per terra. Una volta partiva lui, una volta partivo io, poi hai Di Natale che ti mette le palle in quel modo, insomma, è tutto più semplice".

A quel tempo in panchina c’era Luciano Spalletti, ora tecnico della Juventus: "Per me è un mentore, l'ho sempre detto. È stato l'allenatore più importante che ho avuto. A Udine con le sue idee ha portato un gruppo di semi-sconosciuti, anche se di grandi prospettive, a livello internazionale. Ci ha dato tanto. Mi ha fatto fare 15 gol in campionato, con la Coppa Italia è stata la mia stagione migliore in assoluto, nella quale è riuscito a farmi esprimere le mie qualità in maniera stratosferica. Insieme a tutti gli altri, se pensiamo ai gol segnati da Di Natale, Iaquinta, Mauri, lo stesso Jankulovski, Muntari, Pinzi. Quell'anno eravamo una squadra veramente da 'fantacalcio', ovunque andavamo a giocare facevamo minimo due o tre gol. E poi non eravamo mai stanchi, a fine volevamo sempre continuare a giocare. Onore anche al preparatore atletico che era Paolo Bertelli".


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